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Giacomo Barone, candidato alla camera per il PCI, aderisce ad Agenda Sud
perché bisogna dire un No secco all’autonomia differenziata
“Come candidato, ho sottoscritto ufficialmente l’Agenda Sud lanciata dalla
rete Recovery Sud che oggi conta 425 amministratori del Mezzogiorno. Ne condivido i suoi 13 punti
per il Mezzogiorno, in particolare il No secco all’autonomia differenziata.
L’autonomia differenziata è un danno per il Sud. Così l’ha definita il
Cardinale Zuppi, presidente della CEI, nell’ultima conferenza episcopale per le
aree interne che si è chiusa il 30 Agosto a Benevento.
 
La posizione presa dalla Chiesa è chiara e condivisa. L’autonomia
differenziata è una vera e propria secessione dei ricchi. Il pensiero dominante
di una parte significativa degli economisti settentrionali è che se il Nord
vuole competere in Europa, si deve disfare della zavorra Sud.
Sulla base di questa visione spietata, ingiusta ed anticostituzionale,
negli ultimi 30 anni al Sud sono arrivati meno soldi di quanto gli spettassero
in proporzione alla popolazione (solo il 20% contro il 33%). La conseguenza è
una ripresa dell’emigrazione da Sud a Nord per lavorare, studiare e curarsi.
A questo progetto nefasto per il Sud hanno partecipato tutti: proposta da
Zaia e Fontana (Lega), appoggiati da Bonaccini (PD), Gelmini (FI) e Carfagna
(Azione). L’Autonomia Differenziata è andata avanti nonostante l’alternarsi di
Governi di diverso colore: Gentiloni (PD), Conte1 (Lega-5S), Conte2 (5S-PD),
Draghi.
Nel Sannio non c’è una famiglia che non abbia un figlio, un genitore, un
parente che lavori, studi o si debba curare al Nord. Se vogliamo fermare lo
spopolamento e dare dignità alla vita nel Sannio bisogna opporsi chiaramente
all’Autonomia Differenziata!”