Tempo di lettura: 3 minuti

Un duro colpo è stato inferto dalla Dda di Napoli al clan camorristico dei Pagnozzi, egemone tra le province di Benevento ed Avellino, con l’arresto di 14 persone. I destinatari della custodia cautelare in carcere sono Luigi Bisesto, 61 anni, di Sant’Agata dei Goti, Francesco Buono, 31 anni, di Airola, Raffaele Cesare, 49 anni, di Dugenta, Fiore Clemente, 65 anni, di San Martino Valle Caudina, Rinaldo Clemente, 41 anni, di San Martino Valle Caudina, Alessandro Massaro, 29 anni, di Airola, Biagio Massaro, 30 anni, di Airola, Pasquale Massaro, 25 anni, di Airola, Francesco Pio Morzillo, 22 anni, di Moiano, Pietrantonio Morzillo, 46 anni, di Moiano, Domenico Nuzzo Piscitelli, 51 anni, di Santa Maria a Vico, Vittorio Saturnino, 67 anni, di Sant’Agata dei Goti, Luca Truocchio, 23 anni, di Moiano, Umberto Vitagliano, 59 anni, di San Martino Valle Caudina.

La cosca, oltre a gestire le principali piazze dello spaccio di droga ed a condurre un giro di estorsioni, aveva anche tentato di condizionare le elezioni amministrative nel comune di Moiano, svoltesi nel 2019, mediante la presentazione di una lista elettorale e con atti intimidatori nei confronti di appartenenti allo schieramento politico contrapposto, risultato poi vincente. Le 14 persone sono accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento, detenzione di materiale esplodente, detenzione e porto illegale di armi e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso e al fine di agevolare il clan. Dagli accertamenti che hanno portato agli arresti di oggi sono emersi rilevanti elementi sul capillare controllo criminale del territorio realizzato dal clan Pagnozzi, di cui è stata accertata la disponibilità di armi utilizzate per compiere richieste estorsive ai danni di imprenditori edili operanti nella provincia di Benevento, alcune delle quali anche mediante incendi e danneggiamenti. 

Nel mirino degli inquirenti due estorsioni e altre tre tentate tra il 2018 e il 2020. Ad agosto del 2018 a Dugenta alcuni uomini fecero irruzione a mano armata sul cantiere di una ditta del posto, costringendo il titolare dell’impresa a versare loro una somma di denaro a titolo di tangente. Sempre nello stesso mese a Sant’Agata de Goti fecero esplodere un ordigno artigianale nei pressi di un’abitazione di un imprenditore, costringendo il titolare di un’impresa edile a versare denaro. Inoltre a Bonea nel novembre del 2018 tre persone con sostanza esplosiva danneggiavano l’autovettura Fiat Uno parcheggiata davanti la porta d’ingresso di un’abitazione. Altri fatti di cronaca nel mirino degli inquirenti sono l’incendio di un trattore al titolare di un’impresa boschiva di Moiano nel dicembre del 2018, costretto anch’egli a versare soldi. Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2019 gli indagati compivano la minaccia con un fucile a canne mozze e una pistola un uomo ad Airola e costringevano un titolare di un’impresa edile di Airola a versare loro una somma di denaro. Infine a gennaio 2020 minacciavano anche il titolare dell’impresa edile con sede a Caserta.

Contestualmente, è stata documentata la gestione di “piazze” di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana (approvvigionate nell’hinterland napoletano) in vari comuni delle province di Benevento e Avellino, attraverso una precisa ripartizione di ruoli tra i sodali. Le indagini scaturiscono da un’articolata indagine avviata nel 2018, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Montesarchio.

IL VIDEO DELL’OPERAZIONE DEI CARABINIERI