“Stem, un mondo senza limiti di genere”: è il tema al centro del vivace dibattito che si è tenuto oggi a Benevento presso l’aula Ciardiello del Dipartimento di Diritto, economia, management e metodi quantitativi dell’Università degli Studi del Sannio.
L’evento, patrocinato dal Comune di Benevento, è stato promosso da Astro4her, tavolo permanente nato all’interno dell’associazione Assotrattenimento, ideato per creare una sede di confronto in cui sviluppare il tema della parità di genere, e da Microgame Spa, principale gaming service provider del mercato italiano con sede a Benevento, Roma e Milano.
Dopo i saluti istituzionali da parte del Comune di Benevento, rappresentato dal Consigliere con delega alla Pubblica Istruzione Francesco Farese, ad aprire i lavori sono stati: il Rettore Unisannio Gerardo Canfora, il Direttore Dipartimento di Ingegneria Nicola Fontana, e il professore Pasquale Vito direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie (DST).
Al via, dunque, il dibattito sul tema della formazione in ambito scientifico e tecnologico per le donne delle nuove generazioni, sul superamento dei vecchi paradigmi e le opportunità e sfide derivanti. “Coinvolgere le giovani donne nei percorsi di studio in ambito scientifico e tecnologico corrisponde alla situazione che viene definita con l’espressione inglese “win win” ovvero un contesto in cui vincono tutti, da un lato le ragazze che possono trovare una sicura soddisfazione professionale e di vita e dall’altro la società stessa che può giovarsi del contributo e dell’approccio metodologico straordinariamente innovativo che possono portare le ragazze in questo campo – ha spiegato il Prof. di Informatica “Istituto Tecnico ITI ‘G. B. B. Lucarelli’ di Benevento Carlo Mazzone –. Per arrivare a questo risultato la strada è lunga e irta di ostacoli che sono sostanzialmente legati ad arretratezza socioculturale ancorata a vecchi stereotipi che non lasciano alle giovani donne la possibilità di scegliere in autonomia il proprio futuro scolastico e di formazione professionale.”
Le esperienze di alcune scuole della Campania raccontate dal prof. Mazzone hanno dirottato l’attenzione sul ruolo fondamentale degli istituti di formazione, scuole e università, nella promozione e valorizzazione delle discipline STEM tra le giovani donne.
“Le nuove generazioni evidenziano una variazione significativa di tendenza rispetto al passato perché a laurearsi sono più le donne che gli uomini. Resta però una marcata differenziazione nella scelta del percorso culturale. Le discipline STEM sono ancora poco considerate dal genere femminile, e questo fenomeno è particolarmente marcato per l’informatica, l’ingegneria dell’informazione e l’ingegnera industriale dove le donne sono tra il 15% e il 30% dei laureati. Eppure, non è stato sempre così; il progresso dell’informatica è dovuto all’impegno di tante donne che ne hanno caratterizzato la storia” ha spiegato il Prof. Eugenio Zimeo, Prof. Sistemi Elaborazione Informativi Unisannio.
Infinite possibilità e prospettive, ma anche tante sfide e ostacoli ancora da superare. Al centro del confronto, sempre il tema della parità di genere, che impatta in maniera significativa sul mondo del lavoro, segnando, nonostante i tanti progressi fatti finora, profondi divari e disparità, come testimoniato dagli ultimi dati forniti da Almalaurea. A oggi, infatti, persistono significative disparità di genere tra laureati di secondo livello a cinque anni dal conseguimento del titolo, che evidenziano un divario occupazionale di 4,2 punti percentuali. Mentre il tasso di occupazione per le donne si attesta all’86,7%, per gli uomini raggiunge il 90,9%.
Soffermandosi sui laureati STEM, a cinque anni dalla laurea di secondo livello, il tasso di occupazione è del 94,1% per gli uomini e del 90,9% per le donne. Tra i laureati STEM che lavorano a tempo pieno, il divario salariale persiste, ma si riduce leggermente a +11,8% a favore degli uomini.
“Nel mondo delle discipline STEM, le donne emergono come forze guida intraprendenti e innovative. Contribuiscono in modo tangibile alla crescita e all’evoluzione in settori cruciali, plasmando un futuro dinamico e inclusivo, in cui la diversità di prospettive alimenta l’innovazione e l’eccellenza.” – ha dichiarato Laura D’Angeli, consulente direzionale e founder Studio D’Angeli.
“Per combattere gli stereotipi di genere è necessario avere una mente libera. Non lasciare che altri scelgano per noi un ruolo o una funzione e credere che tutto sia possibile – è il commento di Anna Pezza, Direttore Generale Confindustria Benevento -. La storia è piena di esempi positivi, che ci mostrano i progressi compiuti in vari ambiti e che ci fanno ben sperare anche per quanto riguarda l’approccio alle materie scientifiche.
Questo non vuol dire omologarci, ma evitare che le diversità diventino pregiudizi, valorizzandole per far emergere le peculiarità di ciascuno”.
“Il gioco pubblico in Italia abbraccia le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, per migliorare efficienza ed esperienza del cliente. Ciò rivoluziona la gestione delle risorse umane, offrendo avanzati strumenti di formazione e valutazione delle competenze. Tuttavia, come “early adopter”, affronta sfide come l’adattamento rapido ai cambiamenti tecnologici. Le opportunità includono l’attrazione di talenti, il miglioramento dell’esperienza dei dipendenti ed efficaci strategie di sviluppo delle competenze, gestite attraverso una comunicazione interna attiva” – ha testimoniato Gianfranco Pinto, Direttore HR Microgame S.p.a.
A dare un contributo significativo all’incontro, le testimonianze di quattro straordinarie professioniste provenienti dai settori più disparati, da quello bancario a quello del gioco pubblico, intervenute durante il dibattito per raccontare le loro storie, di sfide e di successi, in ambito STEM: Anna Ciampi, Information System Officer – deputy Chief Platform Support Unit; Elisa Costante di Forescout Technologies, insignita del Premio Cybersecurity Woman of the Year 2022; Diana Fallarino, Gaming platform tech lead Microgame S.p.A.; LisaSerluca, Head of ICT BNP Paribas Milano.
“La scelta di una formazione STEM in ambito tecnologico mi ha permesso di compiere un percorso professionale e personale di alto valore. La trasversalità dell’informatica unita all’importanza vitale delle nuove tecnologie, per tutte le aziende, mi ha consentito di lavorare in primarie realtà internazionali, di interfacciarmi con paesi e culture diverse e di prestare il mio contributo in aziende operanti in settori completamente differenti come telecomunicazioni, alta tecnologia, industria e finanza. La mia esperienza contribuisce a sfatare il luogo comune per cui una formazione STEM equivalga ad un lavoro da “nerd” e spero che possa indebolire i gender bias” ha spiegato Lisa Serluca.
“Sono soddisfatta di aver scelto una formazione STEM dopo il Liceo Classico, come sono soddisfatta della scelta di lavorare per Microgame a Benevento. Il settore del gioco legale è stimolante per l’evoluzione costante e le rigide regole. Trovo arricchenti flessibilità e aggiornamenti continui, che favoriscono la crescita professionale. Inoltre, grazie alla flessibilità dell’azienda riesco a garantire a me stessa e alla famiglia un equilibrio tra impegni personali e professionali” – ha raccontato Diana Fallarino.
“A volte, la realtà supera di gran lunga i sogni. Se a vent’anni mi avessero detto che avrei lavorato nel campo tecnologico per un’organizzazione internazionale al servizio di tutti i popoli del mondo, non ci avrei creduto. Non avrei mai potuto concepire un sogno così grande. Unire l’amore per il prossimo e l’affetto per la famiglia con la passione per la tecnologia è qualcosa di straordinario. Oggi, con orgoglio, posso affermare che questo è diventato il mio percorso di vita, alimentato da una passione incrollabile e un impegno totale” – è il commento di Anna Ciampi.
“Il disallineamento uomo/donna in campo STEM è un fatto che ha radici culturali, mio padre ancora oggi mi domanda il perché io abbia scelto una strada così poco conforme e un percorso così ‘difficile’ per una donna. Innanzitutto, mi preme dire che non reputo il mio percorso di studi più difficile di altri, e di sicuro non ho trovato maggiori difficoltà rispetto ai miei colleghi uomini. Semmai la maggiore difficoltà sta nel fatto che scegliere di costruire una famiglia può avere un impatto negativo sulla carriera di una donna. Io stessa ho scelto di diventare mamma a 37 anni quando ero sicura che questa scelta non avrebbe impattato negativamente sul mio percorso professionale. Come risolvere questo impasse? A mio parere attraverso tre azioni: supporto, role modeling e mentoring. Per le nuove generazioni è fondamentale poter far guardare a modelli positivi, a donne che hanno superato questo dualismo carriera/famiglia, hanno raggiunto il successo e la realizzazione personale, conciliando tutti gli aspetti della propria vita. È importante poter dimostrare che sì, si può fare! Infine, il mentoring, la possibilità di scegliere delle figure professionali, uomini e donne che siano, che possano accompagnare le generazioni future nel proprio percorso professionale, nelle scelte cruciali della propria vita” – questo il prezioso contributo tramite videomessaggio di Elisa Costante.
“Sono felice che Microgame abbia contribuito a questo stimolante confronto che ha permesso di esplorare le sfide e le opportunità legate al coinvolgimento delle donne in ambiti legati a scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. Il settore del gioco pubblico, rappresentato da Microgame, è un esempio di come l’adozione di nuove tecnologie possa trasformare un’industria. La partecipazione delle donne in ruoli chiave, come evidenziato nel corso del dibattito, dimostra il contributo fondamentale delle competenze femminili in contesti tecnologici avanzati” – queste le parole che Marco Castaldo, CEO di Microgame, ha affidato ad Imma Romano, portavoce di Astro4Her e Direttore Relazioni Istituzionali di Codere S.p.a., a chiusura dell’evento.
“#astro4her è nata spontaneamente tra professioniste del settore del Gioco legale e sta consapevolmente costruendo un percorso di accreditamento verso sia le istituzioni che verso altre associazioni – ha quindi concluso Imma Romano -. L’obiettivo è quello di contribuire a un processo culturale che restituisca alle donne la dignità che meritano, sia umanamente che a livello lavorativo. La parità di genere, così come la parità salariale e quella di opportunità, devono diventare concrete e non rimanere solo dichiarazioni di intenti o pezzuole calde per mascherare disparità e sperequazioni”.