Gli effetti devastanti di una norma contenuta nella Legge di Bilancio statale in materia di dimensionamento scolastico – ha in passato già affermato il Presidente della Provincia, Nino Lombardi, «si tradurrà in una vera e propria decimazione delle Dirigenze scolastiche
nel territorio delle aree interne e periferiche».
«La stretta sulla scuola – prosegue Lombardi – non colpirà solo i presidi, ma anche i bidelli. La Campania è prima nella lista delle Regioni per accorpamenti di istituti: 146 fusioni. Il taglio dei collaboratori Ata è stimabile in 500 unità e si somma alla cancellazione di 292 dirigenti. La tabella con la proposta di accorpamenti fra istituti è sul tavolo della Conferenza delle Regioni per un’intesa che in base alla legge di bilancio del 2023 va trovata entro il 31 maggio, in assenza della quale deciderà entro giugno il ministero dell’Istruzione. Le fusioni tra scuole sono concentrate nel Mezzogiorno con il 70% del totale, dato prevedibile sia a causa del forte calo demografico sia per una situazione preesistente più frammentata».
Il Presidente Lombardi ha aggiunto: «Era fin troppo facile la previsione delle devastanti conseguenze per i servizi e per la stessa qualità della vita nelle aree periferiche del Mezzogiorno conseguente all’introduzione del limite minimo di 900 alunni iscritti per ciascun Istituto scolastico di primo e secondo grado. Per le aree interne collinari e montane meridionali, nelle quali si registrano da anni forti fenomeni di desertificazione sociale, di denatalità e di crollo demografico, i numeri degli alunni iscritti erano e, purtroppo, restano impietosi: ne deriva che, in base alla Legge di Bilancio, verranno accorpate quasi tutte le Scuole. Come già fatto appena un mese or sono, rinnovo l’appello alla mobilitazione delle Istituzioni locali, della Regione Campania, dell’Anci, dell’Upi, dell’Uncem, affinché in sede di Conferenza Stato – Regioni nei prossimi giorni si trovi il modo per riconoscere la situazione particolare in cui versa l’area meridionale. Giudico questa misura governativa in materia di
dimensionamento scolastico grave quanto il progetto di Autonomia differenziata per le Regioni.
E’ necessario, dunque, che si attivi da subito un’azione di contrasto – ha concluso – politico-istituzionale ai più alti livelli di responsabilità. Tale azione non ha nulla a che fare con gli orientamenti politici di ciascuno: la Scuola è un presidio fondamentale ed irrinunciabile di civiltà e di legalità, oltre che ovviamente di cultura. Soltanto in qualche raro Paese si pongono limiti e/o addirittura si combatte l’accesso all’istruzione scolastica per tutti: non possiamo accettare che in Italia si comprima in modo forte e brutale il diritto allo studio ed anche quello al lavoro ed all’occupazione per i tanti operatori che collaborano alla tenuta di questa Istituzione».