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La battaglia sul dimensionamento scolastico mira ad ottenere, invece di 839 autonomie su scala regionale, qualcosa di più. Questo è il risultato dell’assemblea convocata dal presidente della Provincia di Benevento, Nino Lombardi, a cui hanno partecipato oltre 40 sindaci, i rappresentanti sindacali sia provinciali che di comparto, i consiglieri regionali, Lugi Abbate e Erasmo Mortaruolo e il senatore di Fratelli D’Italia Domenico Matera (il deputato Francesco Rubano ha fatto invece pervenire una lettera di adesione). Ha partecipato ai lavori anche la dirigente dell’Ufficio Scolastico regionale e provinciale, Domenica Di Sorbo

I lavori sono andati avanti per quasi tre ore e la sintesi del dibattito – che non è stato privo di qualche polemica di natura politica  – è stata tracciata dallo stesso presidente Lombardi, che aveva introdotto i lavori. Sostanzialmente l’assemblea ha accolto  la tesi della Di Sorbo che ha illustrato una possibile soluzione per applicare una norma nazionale che stabilisce il numero minimo di 900 alunni per ogni scuola, al fine di salvare le dirigenze scolastiche.  “Gli spazi  di una manovra della salvaguardia sono molto ristretti – ha detto Di Sorbo -. Abbiamo tempo fino al prossimo 30 giugno”. Tuttavia,  è possibile che i parlamentari possano lavorare a livello nazionale perché sia riconosciuto alla Regione Campania un coefficiente più basso, mentre  la deputazione regionale può chiedere ulteriori spazi  di manovra per il numero degli alunni per le aree interne sannite.

Su quest’impostazione ha convenuto il presidente Lombardi, che ha invocato unitarietà di intenti da parte di tutti i protagonisti al di là delle differenze politiche. Il senatore Matera aveva tentato di rasserenare gli animi: “Non ci sarà la chiusura di alcun plesso. Attualmente abbiamo 42 autonomie scolastiche in provincia”. Una dichiarazione che ha suscitato non pochi dubbi e perplessità all’interno delle organizzazioni sindacali, che si sono ritenute insoddisfatte.  A loro giudizio il pericolo che deriva da questa norma  è che non preveda alcuna distinzione tra aree montane, collinari e metropolitane. La Di Sorbo ha sottolineato come “il numero delle autonomie in Provincia sarà importante e non solo per gli alunni. Ognuno deve proprio fare la parte”.

“Il dimensionamento scolastico è già in essere – ha precisato Matera – ma la Regione Campania deve tenere conto delle peculiarità delle aree interne del Sannio e dell’intera Regione. Meritiamo una scuola di qualità, ce lo meritiamo e pretendiamo risultati dalla Regione”, ha tuonato.

E’ quindi intervenuto il presidente della Provincia Nino Lombardi: “Le preoccupazioni c’erano mesi fa. L’autonomia differenziata  produrrebbe non pochi danni al Mezzogiorno. Ci sono sedici dirigenze a rischio cancellazione, dobbiamo conservare autonomia e servizi essenziali. Cancellare un presidio scolastico significherebbe cancellare l’identità, la tradizione e la vocazione di un territorio”.

La relazione del presidente dell’associazione dei  dirigenti, Luigi Mottola è stata molto dettagliata e tecnica: “Andrà tenuta presente la diversità della Campania, bisogna garantire l’offerta scolastica sul territorio in maniera qualitativa. Avere un coefficiente che sia il più basso possibile per dare risposta all’utenza del comunità scolastica sannita”.

Dello stesso tenore le parole di Mino Mortaruolo: “Mi batterò per preservare le zone interne anche in ambito scolastico. Tagliare la scuola significherebbe decretarne la fine. Occorre una suddivisione equa, giusta e di prossimità”. Parole a cui fanno da eco quelle di un altro consigliere regionale, Luigi Abbate: “La scuola è il presidio del sapere, il dimensionamento sarebbe veramente pessimo per aree come quella sannita”