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Benevento – “Finalmente dall’incontro alla Rocca con il vicepresidente regionale Fulvio Bonavitacola sono arrivati alcuni chiarimenti, seppur verbali, su alcune questioni fondamentali per la Provincia. In particolare mi riferisco allo Stir di Casalduni, al sito di Sassinoro e alla diga di Campolattaro”, è il commento del deputato M5S Pasquale Maglione sull’incontro che si è svolto alla Rocca alla presenza del vicepresidente del Consiglio Regionale.

Come ho già ribadito in altre occasioni – prosegue il deputato – la Regione deve motivare la presenza di due siti di compostaggio in aree contigue nel Tammaro di cui uno – quello di Sassinoro – sorge a monte della diga di Campolattaro. Una posizione che certamente dovrebbe far riflettere, e non poco, perché un malfunzionamento potrebbe compromettere l’uso potabile dell’acqua, per cui si investiranno centinaia di milioni di euro. E arrivo qui a un altro tema. Bene la volontà espressa da Bonavitacola di seguire con riguardo la questione sull’uso irriguo delle acque dell’invaso, ma – come lui stesso dice – è arrivato il momento di mettere per iscritto l’impegno assunto per avviare la progettualità dell’infrastruttura secondaria, che permetterà concretamente al comparto agricolo di usufruire dell’acqua dell’invaso.

Infine, aggiungo una notazione rispetto alla definizione di un tavolo politico per la gestione della diga. Questo consesso deve giustamente prevedere la presenza di amministratori i cui territori sono interessati dalle attività dell’invaso, e quindi i sindaci di Morcone e di Campolattaro, così com’è necessaria la presenza della Provincia in rappresentanza dell’intero Sannio. Personalmente però, non comprendo la presenza del Sindaco di Benevento. Il Sannio è infatti adeguatamente rappresentato dalla Provincia di Benevento e quindi la presenza di Mastella potrebbe essere solo utile ad accontentare una smania di protagonismo, per giunta, ingiustificata. Se questo è l’approccio, allora è legittimo che al tavolo politico di regia possano sedersi tutti gli amministratori che intendono farne parte. Sarebbe più coerente, invece, che fossero coinvolte le associazioni agricole più rappresentative e non altri. La diga è un’infrastruttura strategica per l’intero territorio – aggiunge nelle conclusioni il deputato – e quindi non può e non deve essere inteso come strumento politico al servizio della smania elettorale dei singoli, perché un tale approccio può solo essere deleterio e non utile a creare le necessarie sinergie”.