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Una contraddizione in termini. Essere a difesa del territorio, farsi baluardo di chi lo ha mandato al Governo e poi trovarsi a mettere la firma sotto uno dei decreti legge che più stanno facendo discutere e che rischiano di essere divisivi prima ancora di entrare in vigore. 

Ovviamente si tratta dell‘autonomia differenziata, uno scudo per la destra, un mantra per la Lega che ha saputo coinvolgere, mai come stavolta, tutta la coalizione con un pieno di firme quasi invidiabile. Poi, alla lettura dei firmatari, si scopre che c’è tanto Sud, proprio quella porzione di Italia che sta cercando di combattere un decreto che rischia di tagliare la nazione in maniera decisa sottolineando differenze già esistenti.

Una lista variegata che tocca la Puglia, la Sicilia, Abruzzo, Marche, Molise, Sardegna e ovviamente la Campania. Tutti eletti al Sud, tutti primi firmatari di quella che potrebbe essere una condanna al Mezzogiorno. Ma non si vuole entrare nel merito del discorso autonomia, può avere i suoi svantaggi e i suoi vantaggi, su questo non ci piove.

Certo, vedere i parlamentari della Lega fare bella mostra di bandiere indipendentiste non lascia presagire nulla di buono, almeno dal punto di vista della comunicazione. Insomma, se la volevano vendere come opportunità per le Regioni, quello che emerge è quasi un messaggio di liberazione da una zavorra chiamata Sud.

Più che altro si entra nel merito dell’opportunità di mettere la propria firma in calcio al decreto. Rimanendo alla regione cara al presidente De Luca, tra i tanti firmatari, tutti resi noti nella diretta del venerdì del Governatore, c’è anche l’onorevole Rubano. Un voto arrivato nella notte alla Camera, mentre in Senato passava il premierato col voto favorevole del senatore Matera. 

E tutti ricordano le parole e l’impegno di Rubano per le aree interne e specialmente per il Sannio. Sue sono le iniziative con visite dei Ministri, cose accadute di rado negli anni precedenti, che hanno alzato l’attenzione su questa terra alle prese con problemi ancora insoluti. Sua la presa in carico per quanto sta accadendo al Pronto Soccorso di Sant’Agata con tanto di manifestazione promossa sotto la sede della Regione. Insomma, finalmente il Sannio aveva trovato chi, realmente, stava combattendo per la sua terra. La manifestazione sotto la sede della Regione ha proprio visto protagonista l’onorevole Rubano nell’ennesima dimostrazione di vicinanza al territorio. Il tutto con questo fardello della firma sulle spalle. Un contrasto che, sinceramente, un po’ spiazza. Certo è comprensibile che si debba seguire la linea di chi Governa ma, ad esempio, il gruppo calabrese di Forza Italia si è astenuto, proprio a difesa del territorio. Qualcosa deve pur significare. Se l’avesse fatto anche il sindaco di Puglianello, probabilmente avrebbe dato un segnale veramente forte alla propria terra, quella dalla quale hanno promesso di prendere istanze per difenderla. Ma soprattutto, come avranno preso le bandiere indipendentiste della Lega? Che indipendenza si festeggiava?

Lascia un pizzico di amarezza vedere tanti politici del Sud pronti ad abbracciare una strada che potrebbe rappresentare una condanna e non un’opportunità. Tante espressioni che fanno trasformare questi politici in ‘soldati semplici‘ quando varcano le porte del Parlamento, abbandonando i panni di ‘Masaniello’ quando girano per i propri territori.