Benevento – Problemi che si sommano tra loro, facendo aumentare il conto dei pensieri che turbano la mente di Fabio Cannavaro. Ai tanti interrogativi a cui dare risposta, quelli che hanno portato all’esonero di Fabio Caserta, se ne sono di colpo aggiunti altri. Il Benevento ereditato dal campione del mondo poteva almeno contare su una difesa capace di incassare appena cinque reti (diventate sei domenica) nelle prime giornate di campionato. Meglio dei giallorossi solo Reggina, Genoa e Frosinone, compagini che godono attualmente di una classifica migliore. Una base sulla quale iniziare a erigere le proprie idee, in attesa di tempi migliori per introdurre l’auspicata rivoluzione. Gli eventi, invece, spingono verso una possibile accelerazione del processo di cambiamento. Gli infortuni di Veseli e Glik, unitamente allo stop di El Kaouakibi, hanno dimezzato le scelte a disposizione di Cannavaro nel pacchetto arretrato. A disposizione restano tre centrali: Leverbe, Capellini e Pastina. Un numero esiguo che potrebbe spingere il tecnico partenopeo a prendere in considerazione il passaggio al tanto auspicato 4-3-3.
Nei pensieri del neo allenatore della Strega, però, c’è anche un attacco spuntato. La produzione offensiva contro l’Ascoli ha riportato a galla vecchi problemi, con il Benevento incapace di concludere verso la porta di Guarna nel primo tempo e di muovere un assalto deciso dopo aver trovato il pareggio. Cinque gol messi a segno in sette partite sono un bottino esiguo per un reparto offensivo che, nonostante i nomi a disposizione, è rimasto all’asciutto in quattro occasioni. Peggio, fino ad ora, ha fatto solo il Perugia con quattro centri, cancellando il ricordo della passata stagione, quando, nonostante le difficoltà, il Benevento chiuse con 62 gol all’attivo e con l’attacco più prolifico dell’intera cadetteria. Numeri che certificano la crisi di un reparto a cui Cannavaro dovrà trovare una soluzione, tenendo presenti le non perfette condizioni fisiche di Ciano, Farias e Simy e i problemi fisici accusati da Forte (nel primo tempo con l’Ascoli) e da La Gumina (in allenamento). Da quale prospettiva si veda, insomma, quella che avvolge i pensieri del tecnico giallorosso ha le fattezze, in questo momento, di una coperta abbastanza corta.