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Benevento – Non aveva mai conseguito la laurea in medicina ma da almeno una decina di anni si spacciava per medico. Per questo motivo Angelo Graziano, 33enne beneventano è indagato per lesioni aggravate, truffa aggravata e omicidio preterintezionale, ipotizzato per la morte di una donna di 54 anni. Nei guai è finito anche suo fratello per il quale è scattato l’obbligo di dimora per lesioni aggravate. 

Il 33enne questa mattina è comparso presso il Tribunale di Benevento e ha chiarito la sua posizione. “Volevo solo aiutare chi non stava bene a guarire ma non ho mai detto di essere medico”. E’ la linea difensiva netta e precisa che il presunto falso medico Graziano, 33 anni di San Giorgio del Sannio – ai domiciliari da martedì scorso con l’accusa di lesioni aggravate, truffa aggravata e omicidio preterintezionale, – ha tenuto questa mattina durante l’interrogatorio davanti al gip Maria Di Carlo. Il 33enne è difeso dall’avvocato Raffaele Scarinzi, che ha chiesto la revoca o l’attenuazione della misura. 

L’uomo era finito nei guai a seguito di una mirata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Mirabella Eclano e della Stazione di S. Giorgio del Sannio.

LE INDAGINI

Le indagini della polizia giudiziaria hanno preso il via alla fine del marzo 2021, dopo la denuncia dei fratelli della donna deceduta. L’attività investigativa ha fatto emergere una serie di indizi nei confronti dei due sedicenti medici che, secondo gli inquirenti, approfittando della vulnerabilità dei loro numerosi “pazienti“, per lo più intimoriti da patologie immaginarie che loro stessi avevano diagnosticato empiricamente, non si sarebbero limitati a prescrivere medicinali e/o rimedi che sostenevano essere naturali, ma avrebbero anche praticato trattamenti pseudosanitari e pseudoterapeutici.

Per la Procura di Benevento tutto avveniva con un unico obiettivo: assicurarsi vantaggi economici. I due fratelli “esercitavano” nel Sannio, ma attiravano pazienti anche da altre aree geografiche. In particolare, – scrive in una nota il procuratore Aldo Policastro – proponevano un modello di cura specificatamente diretto, a loro dire, alla cura di malattie oncologiche, avvalendosi della collaborazione di un luminare tedesco esperto della “medicina naturale”. Non solo: praticavano trattamenti per endovena e autotrasfusioni ematiche, con metodiche artigianali e con miscele dannose per la salute, provocando, in un caso, la morte di una donna di 54 anni che stava in buone condizioni di salute e che non soffriva di alcuna patologia tale da rendere necessarie terapie invasive e, a maggior ragione, terapie non scientificamente validate. Il gip di Benevento, che ha ritenuto sussistere i gravi indizi di colpevolezza, ha accolto le richieste della Procura relative all’applicazione delle misure cautelari personali nei confronti dei due sedicenti medici che non hanno smesso di “esercitare” neppure dopo un sequestro preventivo dell’appartamento che avevano adibito a “studio medico”, sequestro anch’esso disposto dal gip sempre su richiesta della Procura che ha ipotizzato, in quell’occasione, l’esercizio abusivo della professione sanitaria.