‘Gravi condizioni strutturali dell’IPM di Airola‘, questo era l’oggetto di una missiva scritta dal Garante Samuele Ciambriello e indirizzata alla d.ssa Gemma Tuccillo, Capo Dipartimento per la giustizia minorile, alla d.ssa Maria Gemmabella, dirigente del Centro Giustizia minorile di Napoli e alla d.ssa Marianna Adanti, direttore dell’Istituto caudino.
L’occasione era un pranzo coi giovani detenuti, durante il quale il prof Ciambriello si accorse dello stato di incuria in cui versavano alcune sezioni. Camere prive di comodini, infiltrazioni d’acqua, servizi igienici malandati. Una lettera breve ma di impatto che fa trasparire il senso di abbandono e solitudine di questi ragazzi.
“Mi preme sottolineare – continua – che la convivenza deve promuovere la dignità e la sicurezza di queste giovani vite”.
Lettera datata 10 agosto 2020. E dopo 3 anni di quella segnalazione è rimasto ben poco, se non un pezzo di carta che va a cozzare contro l’ennesima evasione dall’istituto caudino: un 25enne napoletano che era in carcere per scontare una pena di “un mese” per un vecchio reato commesso da minorenne e del 17enne siciliano che aveva chiesto da tempo di essere avvicinato a casa.
“Sono passati tre anni dalla mia denuncia – questo il commento del Garante Ciambriello – e devo dire che da quel momento Istituzioni del Dipartimento della Giustizia minorile si sono contraddistinte solo per la loro pervicace e oziosa indolenza. E’ da tanto tempo che sto denunciando le gravi condizioni strutturali del carcere di Airola, la questione organizzativa interna e la mancanza di personale penitenziario”.
Ad oggi nessuna risposta per il Garante ma solo il dover commentare ogni volta l’ennesima morte assurda o la fuga dalla disperazione.