Benevento – Attrice capace di vestire nel modo migliore ogni singolo ruolo che le viene proposto, anche se questo accade in pochissimo tempo. Nella quarta giornata del Bct, spazio a Cristiana Dell’Anna, per tutti la Patrizia di Gomorra ma, col passare del tempo, interprete che ha saputo staccarsi da un ruolo ingombrante per esprimere tutto il suo talento.
“Quello di Patrizia è stato un ruolo, non difficile, ma doloroso. Si tratta di personaggi complessi e alla fine realmente portano anche stanchezza. Diverso, invece il discorso legato a Toscana. Un’esperienza lampo, al regista mancava un’attrice e mi ha contattato due giorni prima, poi mi ha mandato lo scritto e abbiamo girato. Un altro tipo di stanchezza, se così si può definire”.
Sono tanti gli appuntamenti che attendono Cristiana Dell’Anna che è pronta a tuffarsi in nuove esperienza, sperando di avere lo stesso successo avuto in “E qui rido io” che le è valso la candidatura ai David di Donatello.
“Tutto pronto per “Cabrini”, il film che parla di una suora, un pezzo della storia italiana che ha contribuito alla fondazione di New York. Il Papa l’aveva mandata per aiutare gli immigrati, ma non si è limitata solo a questo. Di Mixed by Erry, invece, posso dire veramente poco, se non che mi sono divertita da morire. Un cast spaziale e un regista, Sydney Sibilia, capace di mettere tutti in una situazione di comfort, senza, però, far abbassare mai la tensione”.
Due film che arriveranno dopo il successo della pellicola di Martone.
“E’ facile recitare quando sei nelle mani di un regista così. Ti lascia tanto spazio e ti fa esprimere. Con Servillo, poi, si è creato un vero dream team. Aver interpretato la madre dei fratelli De Filippo significa, non solo aver avuto un ruolo, ma aver incarnato tutto lo spirito dei De Filippo. E posso dirlo senza tema di smentita, non ho mai avuto tanta soggezione come quando ho stretto la mano a Luca. Mi sono sciolta in lacrime. Eduardo è un pezzo della storia del cinema europeo, non solo italiano, tradotto in tante lingue. E quando in Inghilterra mi dicevano di conoscerlo, per me era una nota di orgoglio forte”.