di Valentina Scognamiglio
Nel penultimo appuntamento della rassegna organizzata dall’Università degli Studi del Sannio si è voluto affrontare un tema un po’ inusuale. Nel cortile dell’imponente Palazzo de Simone, con un inaspettato sottofondo musicale proveniente dall’adiacente Conservatorio, Francesco Paolo De Ceglia, professore di Storia della Scienza presso l’Università di Bari uscito da poco con il suo ultimo libro ‘Vampyr: storia naturale della resurrezione’, supportato dalla presenza della professoressa Cristina Ciancio, ha raccontato quella che è stata la diffusione del fenomeno del vampirismo nel secolo XVIII.
Un mondo molto diverso da come la letteratura e, soprattutto la filmografia degli ultimi tempi, ce l’ho ha raccontato. Un fenomeno più antico di quello che si possa pensare che però tra il ‘700 e l’800, vede una diffusione incredibile in tutta Europa. Una improvvisa espansione che, partendo dai territori Balcani, arriva in tutta Europa per via della nascita di alcune riviste internazionale. Un po’ come accade oggi con i social, dove una notizia, vera o falsa che sia, si diffonde in poco tempo a macchia d’olio.
Un vero e proprio terrore verso i Vampiri che in una sorta di isteria di massa, mista a possibili fenomeni depressivi, ha portato alla morte di moltissime persone alimentando un mito che di reale non ha mai avuto nulla. Un fenomeno però, molto legato allo stretto rapporto con la morte che in quei secoli e per quelle popolazioni era quasi di negazione e di paura.
Così inizia una vera e propria caccia alla Streghe, con le quali per altro sono molte le similitudini del fenomeno persecutorio, caccia che terminerà con l’imperatrice Maria Teresa d’Austria che imporrà di cessare autopsie e roghi dei corpi ritenuti Vampiri affidando tutto all’ Istanza Politica affiancata da un medico esperto incaricato di esaminare i possibili casi di vampirismo.
Una sorta di zoombie che ritornavano dal mondo dei morti per far ammalare e poi morire i vivi, spesso parenti. Una figura quindi molto diversa da quella a cui siamo abituati, che deriva dalla visione rivoluzionaria di Jhon Polidori prima e Bram Stoker poi che rende questa figura più elegante ed accattivante agli occhi del lettore al punto da passare da figura terrorizzante a figura affascinante.
Un mito molto complesso quello del Vampiro, che coglie diversi aspetti dell’animo umano e che nell’immaginario collettivo, probabilmente per via della connotazione violenta delle aggressioni, viene associato a figure maschili, ricordiamo Dracula o Nosferatu, ma che in realtà nelle documentazioni ufficiali del tempo vede molte donne trasformatesi in Vampire.
Un argomento che ha affascinato molto le persone arrivate per ascoltare il professor De Ceglia parlare e che le ha viste intervenire e fare molte domande, più di quante se ne facciano normalmente ad eventi di questo genere, in una città che è stata da sempre inglobata ed associata ad un’altra figura mitologica, quella della Strega, ma questa è per l’appunto un’altra storia.