Benevento – In tempi dove pandemie e guerre infieriscono sull’animo e sui corpi delle persone, la grande rinascita parte dalle nuove generazioni e dalla fiducia riposta nelle loro potenzialità. È così che Afi (Associazione Flautisti Italiani) e Falaut annunciano la rifondazione della prima Falaut Orchestra, progetto che parte dalla Campania sotto la guida del M° Salvatore Lombardi. Buona parte dei musicisti sono stati o sono studenti del conservatorio salernitano “G. Martucci” che sforna talenti. Tra i prossimi concerti (20-22 maggio) quello al conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano durante il Falaut Festival, con masterclass, corsi e performance dove i giovani accompagneranno il M° Francesco Loi (Primo flauto del Teatro Carlo Felice di Genova).
Nata vent’anni fa, si era dissolta con il tempo, fin quasi sparire a causa del covid. Ma la tenacia è stata fondamentale. «L’orchestra rifondata è un naturale proseguimento di quello che è il nostro progetto generale – spiega Salvatore Lombardi, presidente Afi e fondatore di manifestazioni internazionali come il Falaut Campus in Campania, il Gazzelloni a Pescara, il Falaut Day in Lombardia – Il gruppo era cresciuto con il passare degli anni, ma era andato incontro a una lunga pausa di quattro anni. Poi si è messo di mezzo il virus. Il M° Paolo Totti ha dato una spinta ulteriore e la carica per ripartire». Lo scopo è quello di far crescere sui palcoscenici d’Italia tutti quei giovani talenti che hanno dimostrato di saper portare avanti il movimento flautistico nel mondo. «Il senso del progetto è quello di sostenere i ragazzi, sostenere la musica, e attraverso loro dare voce al flauto – aggiunge Lombardi – Gli obiettivi sono sicuramente suonare musica ineseguita, adattamenti per la nostra orchestra come lo Stabat Mater di Pergolesi, le trascrizioni sulle Opere di Mozart, o rimanendo nell’ambito della musica contemporanea ci saranno composizioni originali di Enzo Avitabile, scritte appositamente per l’ensemble. All’interno del progetto lavorano professionisti che si occupano di trascrivere i brani per adattarli alla nostra formazione. E poi far entrare i giovani nel mondo del lavoro, dando loro la possibilità di confrontarsi con i grandi musicisti solisti».
La Falaut Orchestra è composta completamente da giovani. Molti hanno fatto sacrifici, hanno imparato lo strumento fin da piccoli e adesso si affacciano al professionismo. Per l’occasione tre elementi del gruppo si raccontano. La 17enne Maya Palermo, nata a Benevento ma da anni vive a Cosenza: studentessa al Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno, sta ultimando i suoi studi accademici e questa estate suonerà nella Royal Concertgebouw Orchestra young ad Amsterdam. «Ho cominciato con il flauto dolce barocco a sei anni – racconta Maya – ma con il passare del tempo ero sempre più affascinata dal timbro del flauto traverso, così a otto anni cambiai strumento. Inutile dire che a quell’epoca mi sembrava magico e fiabesco. Ho partecipato agli eventi estivi durante i Falaut Campus di questi ultimi anni per poi fare parte della Falaut Orchestra. Sono poche le orchestre di flauti in Italia, e questa formazione è un’ottima opportunità divulgativa, inoltre rappresenta anche un mezzo di impiego per una gran parte di strumenti della famiglia dei flauti che raramente si vedono nelle orchestre tradizionali. Per me la Falaut Orchestra è stata e continua a essere una fonte di ispirazione. Non solo per le meravigliose esperienze fatte, la soddisfazione e l’eccitazione nell’accompagnare solisti di fama internazionale, ma anche per il legame formatosi con gli altri membri dell’orchestra durante le prove e i concerti».
In una fascia anagrafica intermedia c’è Domenico Bencinvenga, 19 anni, originario di Caserta, che ha iniziato il suo cammino nella musica a 3 anni: «Ero nell’accademia Suzuki. Scelsi il flauto. I maestri organizzavano i concerti in modo che i bimbi potessero sentirli, io rimasi affascinato dal suono di questo strumento. Poi il Conservatorio a Salerno. Ho collaborato con l’Orchestra Giovanile Spagnola e studiato in orchestra a Madrid, le lezioni di flauto si tenevano nel Conservatorio Profesional de Música “Andrés Segovia” de Linares. Sono diventato Primo flauto della Falaut Orchestra e collaboro con il Teatro Giuseppe Verdi di Salerno nell’orchestra giovanile. Una formazione di soli flauti è un altro pianeta. Ricreiamo anche la parte degli archi. Ci sono primo flauto, secondi e terzi flauti, flauti in Sol, flauti bassi e flauti contrabbassi. Una grande emozione».
Il più anziano e saggio dell’orchestra è Antonio Longobardi, 38 anni, di Gragnano, insegnante al Liceo “Severi” di Castellammare di Stabia. Anche per lui il rapporto con la musica è iniziato presto. «Avevo 10 anni. Il mio è stato un lungo percorso che mi ha portato anche all’insegnamento. Poi è arrivata la Falaut Orchestra. Il M° Lombardi mi mandò un messaggio e mi raccontò del progetto. Sono il Primo flauto. Si percepisce che si cresce molto durante le prove, durante il concerto stesso. Per me che sono un po’ più grande, stare a contatto con giovanissimi è anche un momento di confronto. Insegnando al liceo, mi ritrovo con quella fascia di età ed è motivo di continua crescita personale».
Afi e Falaut. Nata nel 1998 e rifondata nel 2007, l’Associazione Flautisti Italiani, con la direzione del M° Salvatore Lombardi, ha organizzato negli anni numerosi eventi, quali: FlautoMania, Falaut Festival, Falaut Day, Falaut Campus, Concorso Flautistico Internazionale “Severino Gazzelloni”, Vallo di Diano Flute Festival. L’Associazione cura anche il progetto editoriale della “Rivista Falaut”, periodico settoriale (magazine flautistico con CD). Lanciato inizialmente come progetto editoriale, dopo poco Falaut, grazie all’entusiasmo dei suoi collaboratori e lettori, si trasforma in un movimento culturale volto alla realizzazione di una serie di eventi legati alla tradizione musicale italiana per la valorizzazione del flauto e dei flautisti italiani. Negli anni, l’Afi ha stretto importanti collaborazioni con enti pubblici e privati.