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Erano stati condannati all’ergastolo in primo grado, una sentenza ribaltata in Appello con l’assoluzione. Ora il ricorso in Cassazione e l’annullamento della sentenza d’Appello e la disposizione di un nuovo giudizio dinanzi a una diversa sezione della Corte d’Appello di Napoli.

E’ stato discusso dinanzi alla Corte di Cassazione il ricorso dell’avvocato Antonio Leone, contro la sentenza della Corte di Assise di Appello di Napoli, che aveva assolto, per non aver commesso il fatto, Giuseppe Massaro 60 anni, di Sant’Agata dei Goti, e Generoso Nasta, 35 anni, di San Felice a Cancello. I due, il 6 ottobre del 2021, erano stati condannati all’ergastolo in primo grado dal Tribunale di Benevento per l’omicidio di Giuseppe Matarazzo, il pastore 45enne freddato da distanza ravvicinata, con due colpi di pistola alla parte sinistra del torace, di cui uno letale al cuore, il 19 luglio del 2018Frasso Telesino. L’uomo venne ucciso con 5 colpi di 3,57 magnum e secondo la Procura di Benevento, i killer fuggirono a bordo di un’auto scura (una Croma) dopo essersi appostati nei pressi dell’abitazione dell’uomo: qui con una scusa avevano ottenuto l’attenzione del pastore per poi spararlo. Secondo gli inquirenti Massaro avrebbe fornito al killer l’auto di sua proprietà e una pistola 3,57 magnum legalmente detenuta per compiere l’omicidio, mentre Nasta avrebbe condotto l’auto con a bordo l’esecutore materiale dell’omicidio, ancora a piede libero. Nel marzo del 2023 la terza sezione Corte di Assise di Appello di Napoli, aveva assolto per non aver commesso il fatto Massaro e Nasta. I due uomini erano in carcere dal 28 dicembre del 2018. Nel processo di Appello Massaro e Nasta sono stati difesi dagli avvocati Angelo Leone, Mario Palmieri, Orlando Sgambati e Angelo Raucci. I familiari di Matarazzo, parti civili, assistiti dall’avvocato Antonio Leone.

La storia

A fare da sfondo al delitto una vicenda torbida. Matarazzo era stato scarcerato da circa un mese dopo aver scontato una condanna a 9 anni, perché riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni di una 15enne che il 6 gennaio del 2008 si era tolta la vita impiccandosi ad un albero. Per la Procura sannita l’omicidio sarebbe stato commissionato per vendetta. I sicari lo fermarono con una scusa nei pressi della sua abitazione e gli spararono a bruciapelo. Era il 19 luglio 2018 e secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Nasta e Massaro si sarebbero avvicinati al pastore con la scusa di chiedergli una informazione e gli avrebbero sparato. Si sarebbe trattato di un omicidio su commissione, anche se né il movente né il mandante sono stati accertati: in una intercettazione del 28 dicembre 2018, giorno dell’arresto di Nasta, un suo amico e la compagna di quest’ultimo parlano di una somma di denaro: i due avrebbero ricevuto in cambio della loro opera circa 13mila euro.