“L’incontro è stato proficuo, un grande senso di istituzione e rappresentanza. L’appuntamento odierno era soltanto la conseguenza di un ragionamento fatto in Consiglio provinciale, quello di incontrarsi per trovare una convergenza di carattere programmatico sul Bilancio di previsione, il DUP ed il PTCP.”
Ha esordito così il presidente della Provincia, Nino Lombardi, al termine della tavola rotonda tra tutti i componenti del Consiglio provinciale, tenutasi nel pomeriggio alla Rocca dei Rettori.
Accordo trovato, si prosegue con un Governo Istituzionale? Sarebbe questa la lettura dalle prime parole del presidente, se non fosse andato in scena il teatro dell’assurdo. Perchè a quanto pare, non v’è stato alcun accordo, anzi un ‘muso a muso’ che conferma la fase di stallo ed apre un dibattito politico approfondito su quello che sarà il futuro della provincia.
Scontro anche sulla questione delle deleghe, con l’azzeramento totale richiesto dai tre gruppi d’opposizione Forza Italia, Fratelli d’Italia e Partito Democratico, rispedito al mittente dal presidente Lombardi che addirittura ha voluto sottolineare la distinzione tra la volontà dei partiti ed il ruolo dei consiglieri provinciali: “E’ stato un incontro di carattere istituzionale, non rappresenta le segreterie politiche nè dei rappresentanti al tavolo nè tantomento di chi non è neanche rappresentato. E’ stato proficuo perchè il PD, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno chiesto l’azzeramento delle deleghe, noi come senso forte dell’istituzione come gruppo di Noi di Centro abbiamo dato un’apertura per la discussione del DUP, della programmazione, del Bilancio e del PTCP. Le deleghe non sono in discussione, questa è la nostra posizione e l’abbiamo ribadito ai consiglieri di opposizione”.
Senza mezzi termini la reazione delle opposizioni con Vincenzo Fuschini e Carmine Agostinelli, che hanno parlato a nome dei tre gruppi Forza Italia, Fratelli d’Italia e Partito Democratico (in riunione rappresentato da Giuseppe Ruggiero): “Abbiamo chiesto l’azzeramento delle deleghe, a partire dalla vice-presidenza, ma non è stato accolto. Per quanto ci riguarda è la ‘condicio si ne qua non’ per poter intavolare un discorso condiviso su quella che dovrà essere l’amministrazione provinciale. Vogliamo ribadire che per quanto ci riguarda non intendiamo partecipare ad alcuna spartizione in termini di deleghe, dovrà essere il presidente a farsi garante del Governo della Provincia”.
Un vero e proprio ‘teatro dell’assurdo’. Tavola rotonda che si chiude con un nulla di fatto, ma che allo stesso tempo mette in evidenza una crisi che si protrarrà per settimane. La maggioranza di Noi di Centro farà scudo fino alla fine con determinazione. Le opposizioni, invece, dopo oggi, pare siano pronte a porre sul tavolo la ‘mozione di sfiducia’ seppur di carattere puramente politico. Potrebbe aprirsi una nuova fase alla Rocca dei Rettori e chissà che non sia solo il primo atto di una nuova stagione politica nel Sannio.