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Un sannita tra gli uomini affiliati del Clan De Martino di Ponticelli, conosciuto anche con la sigla “XX”. C’era anche Gabriele Di Carluccio, 28 anni, originario di Sant’Agata dei Goti, tra gli uomini che partecipavano ai cortei armati del clan dell’area orientale di Napoli, per scortare il boss durante gli incontri con la nipotina. Il 28enne della provincia di Benevento è finito in carcere nella giornata di ieri, lunedì primo luglio, a seguito di un’ordinanza emessa dal Gip di Napoli, su richiesta della Dda, insieme ad altre otto persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di atti persecutori, lesioni personali e detenzione e porto in luogo pubblico di armi, delitti aggravati dal metodo mafioso.
 
Al centro dell’inchiesta la storia di una bambina di 3 anni, figlia di un rampollo del clan camorristico De Martino, contesa tra la madre e i nonni paterni che esigevano l’affido esclusivo al di là delle decisioni della legge. Le indagini hanno svelato un sistema di intimidazioni e violenze orchestrato dal clan De Martino per mantenere il controllo e l’affidamento della bimba. Secondo gli inquirenti il ruolo di Di Carluccio emerge come quello di un affiliato al clan, coinvolto attivamente nelle dinamiche criminali che hanno caratterizzato questa tragica vicenda. Il 28enne di Sant’Agata dei Goti è accusato di aver partecipato a veri e propri cortei armati insieme agli altri affiliati al gruppo camorristico per scortare i nonni paterni in occasione dei quotidiani prelievi e delle riconsegne della bambina. Gli incontri avvenivano 4/5 volte a settimana e sempre nello stesso parcheggio, dove i De Martino arrivano a bordo di un’auto su cui viaggiavano anche altri bambini, utilizzati come scudi umani. Il convoglio era scortato da affiliati armati a bordo di moto e scooter, pronti a intervenire in caso di attacchi dei clan rivali. Tra questi anche Di Carluccio, che – come si legge nell’ordinanza – viaggiava a bordo di uno “T-Max Yamaha” insieme ad un altro membro del clan, con le armi in bella mostra. Le indagini hanno documentato episodi di estrema violenza, come il pestaggio della madre e della nonna materna della bambina nell’estate del 2022. La madre della piccola è stata sottoposta a continui soprusi e minacce per garantire che la bambina venisse regolarmente consegnata ai nonni paterni. Azioni violente che coinvolgevano anche la piccola, utilizzata come mezzo di pressione e strumento di vendetta.
 
A denunciare finalmente la situazione ai carabinieri di Cercola è stata la nonna materna, lo scorso aprile, dando il via alle indagini che hanno portato agli arresti. Oltre al sannita, in carcere sono finiti elementi di spicco del clan “XX” di Ponticelli. Tra i destinatari delle ordinanze di carcerazione figurano i due nonni paterni Francesco De Martino, 55 anni, e Carmela Ricci, 55 anni, insieme al rampollo del clan Salvatore De Martino, 27 anni. In cella sono finiti anche Antonio Scognamiglio, 22 anni, Felice Rea, 43 anni, Alessio Velotti, 23 anni, Luigi Pangia, 28 anni, e Francesco Punzo, 24 anni, tutti di Napoli. Altre sette persone risultano indagate a piede libero.