Che cos’è il corpo oggi? Una domanda legittima in un periodo in cui il più delle volte il nome corpo viene citato solo per fatti di cronaca nera, tra femminicidi e attentati, tra guerre e violenze di gruppo. Nella galleria Mondoromulo, a Castelvenere, per la collettiva Everything is possible tre artisti hanno deciso di confrontarsi su questo tema con tre linguaggi differenti ma legati tra loro: la fotografia, il collage, e il fotodinamismo. Stiamo parlando di Mara Mazzucco, fotografa di Morcone, Michela Mattei, artista collagista di Solopaca, e Houtan Nourian, cineasta e fotografo iraniano.
“Le opere di tutti e tre gli artisti in mostra condividono un elemento comune: la trasformazione del corpo femminile” queste le parole del curatore e poeta Marco Amore. “In segno, simbolo e iconografia. In tutti e tre i casi, la figura femminile viene celebrata come l’unica componente del movimento che si distingue per tonalità e tema rispetto al contesto; da un lato diventa oggetto di critica nei confronti del concetto di mercificazione, dall’altro si trasforma essa stessa in merce attraverso la bellezza.”
Pure è il titolo del lavoro, un dittico fotografico, presentato in mostra da Mara Mazzucco, ecco le sue parole che raccontano l’opera: “Pure, rappresenta l’apparente bellezza di un corpo puro e limpido schiavo della perfezione e poi marchiato dalla consapevolezza, che sporca e libera.”
Michela Mattei ha presentato per la collettiva un collage dal titolo È finita la luna di miele, chiaro messaggio di una consapevolezza femminile raggiunta: “È finita la luna di miele è il mantra che lega insieme ogni riferimento visivo presente nella composizione” queste le parole dell’artista “La mano e l’urgenza di visualizzare hanno preceduto il pensiero di mettere insieme i pezzi. Il collage si è rivelato nelle sue stratificazioni grazie ad associazioni di immagini istintive per poi trovare un posto chiaro nel mondo, illuminato da una postura: mettere fine a una consuetudine occidentale sfarzosa simbolo di altrettante abitudini fallimentari e superflue del mondo umano.”
Ed infine dall’Iran, Houtan Nourian ci racconta attraverso dei lightbox come la fotografia torna ad essere influenzata dal video, ovvero dall’immagine in movimento, e viceversa: “Nella danza del movimento tra fotografia e arte, ogni istante catturato diventa un’esplosione di energia e vitalità. Attraverso il dinamismo delle forme e la fluidità delle linee, esploro la bellezza e la poesia del movimento, trasformando l’effimero in un’eterna danza di emozioni.”
Molto interessante è questo voler mettere in discussione il territorio sannita con il mondo, per testimoniare che l’arte, non dovendo rispondere a delle esigenze, ne crea di nuove, come appunto il desiderio del dialogo e delle relazioni fuori da qualsiasi minimo confine. Questo è sicuramente uno dei piccoli meriti della galleria telesina. Everything is possible vi attende a Castelvenere fino al 7 aprile.