Polemiche dentro e fuori l’Aula, proteste dei comitati, una fitta e serrata corrispondenza tra Comune ed Eic, una sola delibera e ben tre pareri dei revisori. E un convitato di pietra: la Procura della Repubblica. Un parto decisamente complicato quello che ha portato alla luce la proroga del servizio idrico integrato a favore della Gesesa.
“Non avevamo alternative” – spiega il vicesindaco Francesco De Pierro, oggi ‘voce’ principale della maggioranza in Consiglio Comunale. “La delibera che approviamo oggi è pienamente legittima oltre che indifferibile e necessaria. Prolunghiamo un servizio essenziale già in essere. Lo facciamo fissando un limite, 12 mesi, entro il quale la l’Eic indirrà la gara per l’affidamento in gestione del servizio in base alle previsioni della normativa regionale. Senza il nostro intervento si sarebbe aperta una vacatio pericolosa. Il servizio non sarebbe stato interrotto ma chi si sarebbe assunto le responsabilità?”.
Parole utili a compattare le fila mastelliane, certo non a esorcizzare i dubbi dell’opposizione. Vizzi Sguera (Civici e Riformisti) il primo ad alzare la mano: “Come si fa a prorogare una convenzione ‘illegittima’ per la Procura che contesta l’ingiusto vantaggio patrimoniale concesso alla Gesesa? Meglio sarebbe richiamare le delibere precedenti, del 1992 e del 2002. Altrimenti la proposta è invotabile. E lo dico io che nel 2018 l’approvai. Rifarlo oggi vuol dire ignorare i fatti che sono accaduti”.
E i fatti, chiaramente, sono le 31 richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta Gesesa. Nel mirino della magistratura, in particolare, l’inquinamento dei fiumi e proprio l’affidamento alla società del gruppo Acea della gestione del servizio idrico.
Lo evidenzia anche Rosetta De Stasio (Prima Benevento) che inaugura una serie di ‘no’ alla delibera. Di acqua pubblica parlano i civici Giovanna Megna e Angelo Moretti che ricordano pure la richiesta di referendum sottoscritta da quasi 4mila beneventani ma mai portata al voto dall’amministrazione. “L’atto è irricevibile” – sottolinea poi la capogruppo del Partito Democratico Floriana Fioretti che punta l’attenzione sui parere espressi dai revisori e sull’inerzia dell’Amministrazione nei confronti dell’Eic: “Perché l’Ente Idrico non è stato messo in mora per il mancato avvio della procedura di gara”?
Dall’altra parte, unici a intervenire sono Luigi Scarinzi e Antonio Capuano. “Si sta dando troppa importanza a un atto meramente tecnico” – spiega il capo della segreteria politica del sindaco. “Noi siamo tranquilli” – chiarisce invece Capuano. “Non abbiamo paura dei rischi”.
Quindi lo scontro finale. Ad aprirlo è il leader di ‘Alternativa per Benevento’ Luigi Diego Perifano. Parla a lungo il candidato sindaco del centrosinistra che nelle sue conclusioni invita però tutti ad azzerare quanto detto fino a quel punto: “Soffermiamoci su un solo aspetto. Nelle conclusioni con cui motiva la richiesta di rinvio a giudizio, la Procura scrive che la Convenzione sorta dalla delibera del 2018 è stata modificata sostanzialmente rispetto a quanto deciso in Consiglio. Non è una cosa grave, è una cosa gravissima. E oggi il Consiglio che fa? Proroga proprio la Convenzione ‘censurata’ dalla Procura?”.
Dal punto di vista amministrativo (inteso proprio come diritto), è De Pierro a controbattere. Dal punto di vista politico, invece, è il sindaco Mastella ad alzare la voce: “Da un avvocato mi aspetterei un atteggiamento garantista. Qui invece si prova a spaventare i consiglieri. E allora dico: per la delibera del 2018 è finito sotto inchiesta l’assessore Pasquariello e lui solo, questa volta sono io che mi assumo le responsabilità per tutti”.
Infine, detto del finale concitato (leggi qui), l’annuncio: “Ho appena parlato con Bonavitacola. Per l’acqua, Benevento farà ambito a sé. Una grandissima opportunità”.
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