Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – “A quel concorso da geologo per la Provincia ha inteso partecipare anche l’attuale presidente dell’Ente Parco Regionale del Taburno Camposauro, Costantino Caturano, al quale, evidentemente, farà comodo e piacere diventare ‘geologo’ per la Provincia di Benevento.

Infatti, è stato proprio l’attuale presidente del Parco del Taburno, al termine di tutte le prove, ad aggiudicarsi la prima posizione concorsuale che, a meno di imprevisti, gli consentirà di essere l’assegnatario del contratto di lavoro a tempo indeterminato da geologo della Provincia sannita”.

Cosi’ recitava uno stralcio del pezzo che Anteprima24 pubblico’ nel mese di gennaio per annunciare la vittoria del concorso da parte del presidente dell’Ente Parco Regionale Taburno Camposauro. E nel bel mezzo del pezzo era scritto “a meno di imprevisti”. L’imprevisto e’ apparso dopo la determina pubblicata dalla Provincia nella quale e’ emerso che Costantino Caturano non era in possesso di uno dei requisiti, una condizione necessaria e sufficiente per poter accedere al concorso. Decade dalla graduatoria a vantaggio del secondo classifica, Davide Mazza si prende il posto di lavoro categoria D, a tempo pieno e indeterminato di istruttore direttivo tecnico – geologo.

Un concorso che aveva sollevato qualche malumore proprio per la veste di Costantino Caturano che già aveva un ruolo istituzionale. Certo, e’ legittimo poterlo fare, su questo non ci piove, di sicuro si pone la questione di opportunità’, chiedersi se e’ il caso di partecipare a un concorso e ‘togliere’ un posto di lavoro a chi, invece, va a caccia del primo e importante incarico. E diventa ancora piu’ di opportunità se si pensa che tra le richieste espresse nei requisiti ci sia quella di essere geologo praticante, e lui non e’ iscritto all’albo e non puo’, quindi, farlo. Insomma, perche’ partecipare a un concorso sapendo di non avere tutte le carte in regola? Una dimenticanza? Puo’ essere. Di sicuro si tratta di una brutta figura rimediata da tutti gli attori in campo. Il mettere una pezza e’ comunque atto di giustizia nei confronti di chi aveva tutte le carte in regola, pero’ resta la macchia di una situazione che poteva essere evitata in principio.