Como – Il Benevento riesce nella non semplice impresa di far risorge il Como. La squadra giallorossa continua a essere vittima dei propri limiti e delle proprie paure, ma al “Sinigaglia” si è aggiunto anche un evidente stato confusionale.
Fabio Cannavaro parte con il 3-4-1-2, per chiudere con un assalto all’arma bianca dopo aver cambiato almeno cinque sistemi di gioco. Il secondo ko di fila non si può giustificare esclusivamente con gli infortuni, che indubbiamente stanno complicando il lavoro del tecnico partenopeo, ma la Strega è una miscela esplosiva che rischia di fare il botto. La vittoria manca ormai da un mese e mezzo, il cambio in panchina non ha sortito gli effetti sperati e la classifica si è fatta impietosa. Como e Venezia hanno agganciato i giallorossi a quota nove e domani Pisa e Palermo potrebbe addirittura operare il sorpasso. Segno evidente di una formazione in piena crisi di identità.
Avvisaglie certificate subito dall’ennesimo errore di Leverbe. Un eccesso di confidenza pagato a caro prezzo con la Ternana e replicato in riva al lago. Ciano fa in tempo a confezionare l’assist per il pari del francese, che si riscatta parzialmente sfruttando lo scivolone di Odenthal e la cronica allergia lariana alle palle inattive, prima di abbandonare il campo per infortunio. Non è certamente fortunato il Benevento, ma poco chiaro è il cambio di Cannavaro che sceglie Koutsoupias, lasciato in panchina come alternativa per il centrocampo, invece di Farias. Non è un caso che da quel momento la Strega perda definitivamente il bandolo della matassa, incassando anche il raddoppio di Cerri, fino ad oggi rimasto a secco, su assist di Chajia e su gentile concessione delle “belle statuine” Letizia e Capellini.
La ripresa è un turbinio di modifiche tattiche, con Cannavaro che alza subito il tasso offensivo inserendo Farias per Leverbe passando al 4-3-2-1. A farne le spese è La Gumina, al triplice fischio ancora alla ricerca di un “posto fisso“. Si gioca tutte le sue carte il successore di Caserta, mentre Longo piazza lo scacco matto avendo il coraggio di escludere Fabregas e Mancuso dalla contesa. Anzi, se Ghidotti non deve compiere straordinari, è proprio il Como a divorarsi con l’ex Parigini il colpo del ko. Ma contro questo Benevento non c’era evidentemente bisogno di affondare il colpo.
Como-Benevento 2-1
Reti: 4’pt Cerri, 8’pt Leverbe, 22’pt Cerri
Como (4-3-1-2): 99 Vigorito (1’st 1 Ghidotti); 28 Vignali, 26 Odenthal, 16 Solini, 44 Ioannou; 10 Baselli (26’st 24 Celeghin), 14 Bellemo, 21 Arrigoni (36’st 6 Iovine); 7 Chajia (29’pt 19 Blanco); 27 Cerri, 63 Cutrone (26’st 11 Parigini). A disp.: 2 Binks, 3 Cagnano, 4 Fabregas, 9 Gabrielloni, 23 Scaglia, 33 Delli Carri, 77 Mancuso. All.: Moreno Longo
Benevento (3-4-3): 21 Paleari; 96 Capellini, 33 Leverbe (1’st 10 Farias), 58 Pastina; 16 Improta (24’st 18 Foulon), 7 Karic (24’st 25 Simy), 27 Schiattarella, 3 Letizia; 28 Ciano (15’pt 80 Koutsoupias), 88 Forte (40’st 72 Vokic), 20 La Gumina. A disp.: 12 Manfredini, 22 Lucatelli, 5 Masciangelo, 14 Thiam, 30 Basit, 37 Veltri. All.: Fabio Cannavaro
Arbitro: Davide Ghersini di Genova
Assistenti: Daniele Bindoni di Venezia e Paolo Laudato di Taranto
IV ufficiale: Stefano Milone di Taurianova
Var (AVar): Luca Banti di Livorno (Stefano Liberti di Pisa)
Ammoniti: Ioannou, Odenthal del Como, Schiattarella, Koutsoupias, Leverbe, Forte, Farias del Benevento
Note – Recupero: 3’pt, 5’st. Espulso il tecnico del Como Longo