Il depotenziamento dei servizi pubblici essenziali, a cominciare dalla sanità, crea sempre di più allarme nella pubblica opinione. In particolare l’attenzione si punta sulla demedicalizzazione in alcune delle aree più deboli e fragili del territorio sannita.
Il Comitato “No Demedicalizzazione 118 Fortore Miscano” ha organizzato presso la Sala Consiliare di San Marco dei Cavoti un incontro pubblico per discutere con i sindaci del comprensorio montano a nord est di Benevento e l’Ordine dei Medici sulle sempre più gravi carenze e criticità che si registrano nell’offerta dei servizi sanitari soprattutto di urgenza nelle aree interne. Presenti nella Casa comunale del centro del pre-Fortore questa mattina i sindaci di Reino, San Bartolomeo in Galdo, Molinara, Baselice e dello stesso San Marco dei Cavoti. La carenza dei medici, ormai dilagante in tutta Italia e anche in Campania, si avverte soprattutto nelle aree più deboli della dorsale appenninica. Rispetto a quanto i cittadini avvertono in merito all’offerta dei servizi sanitari, non trova risposte rassicuranti da parte delle Autorità sanitarie, ma il Comitato vuole che si continui a tentare di far qualcosa per contrastare quello che appare come una ineluttabile cancellazione di servizi.
La mancanza di medici su autoambulanze per pazienti che non siano definiti in codice rosso pone in particolare numerosi interrogativi. Cinque sono state le proposte per superare i problemi sul tappeto che il Comitato ha voluto presentare: l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive, un servizio di reperibilità, la conservazione delle prestazioni del 118 attive sul territorio, chiedere la convocazione della Conferenza dei Sindaci e un’ambulanza medica nel Miscano. Il comitato, che ha voluto oggi ribadire di essere apolitico e apartitico, nel mese di agosto 2023 volle promuovere, anche come segnale per ripensare ad una riorganizzazione della sanità pubblica, la raccolta di 5500 firme che furono inviate al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e al sindaco di Benevento Clemente Mastella.
Il presidente del Comitato, Pino Fusco, al fine di aiutare ad individuare soluzioni condivise alle carenze della offerta sanitaria, ha sottolineato: “La riorganizzazione voluta dell’Asl non ci convince affatto. Nei mesi estivi si sono verificati due fatti gravissimi. Il nostro territorio è esteso su 450 chilometri quadrati. Baselice o San Bartolomeo in Galdo si trovano oltre cinquanta chilometri dalla struttura ospedaliera con strade dissestate. Non possono esistere cittadini di serie A e di serie B. Non si può essere in ambulanza senza medici ma solo con l’infermiere quando ci troviamo di fronte a un codice di gravità diverso da quello rosso. Cosi non si possono fare diagnosi. Si dilatano i tempi di percorrenza”.
L’ex direttore sanitario dell’Asl, Gelsomino Ventucci ha attaccato: “Vanno riviste molte cose, ma la demedicalizzazione esisteva già nel 2014. Ero direttore sanitario dell’Asl e fui chiamato in Regione Campania. Oggi a questa demedicalizzaione di base non sono contrario ma non si possono togliere i medici in due presidi Psaut dove il cittadino si reca senza passare per la centrale operativa. Non sono favorevole, si poteva immaginare diversamente. Inoltre in alcuni casi il sistema è andato in default preoccupando la popolazione. Ora credo sia necessario trovare una soluzione condivisa”.
Il Presidente dell’Ordine dei Medici Giovanni Ianniello ha spiegato: “La carenza del personale non giustifica alcune scelte. Abbiamo assunto una posizione contraria alle ambulanze senza medico, in modo particolare quando si trattava di passare competenze a non medici. Ora occorrono scelte condivise”. All’incontro era presenta anche l’arcivescovo metropolita mons. Felice Accrocca che ha spiegato: “C’è un problema, dobbiamo cercare la migliore soluzione possibile garantendo uguaglianza. Credo sia indispensabile ridare dignità a questi territori altrimenti il rischio è che queste zone siano deserte. E’ necessario invertire il trend, cambiando il corso delle cose”.