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A chi pensa che la politica sia una professione e che, in particolare quella del Partito Democratico, possa continuare a vivere come attività di una cieca classe dirigente, intenta solo a distribuire ruoli ed incarichi premiando ipocrite fedeltà e non il merito, Stefano Bonaccini annuncia un deciso cambio di rotta. Un cambiamento senza il quale non si potrà ricostruire una sintonia con il Paese. Lo ha pronunciato chiaramente ieri sera all‘Hotel Villa Traiano di Benevento, davanti ad una numerosa e variegata platea a cui il candidato alla segreteria nazionale del partito ha illustrato quello che in queste intense settimane va ripetendo in tutta la Penisola.

E lo ha fatto in modo diretto, con un monologo che non ha lasciato spazio alle inutili passerelle e a beceri personalismi, in cui ha minuziosamente illustrato il progetto politico alla base della sua candidatura, che si fonda su due aspetti particolarmente interessanti: da una parte il forte richiamo alle amministrazioni locali; dall’altra l’avvertita necessità di dare spazio a una nuova classe dirigente. Tutto questo perché quella che ha davanti il PD è una grande opportunità di cambiamento per il futuro.

Questo cambiamento va affrontato discutendo di sostanza e non di forma. Come il candidato alla segreteria nazionale, noi del comitato ‘Democratici Sanniti per Bonaccini’ siamo convinti che a poco servirebbe spendere queste settimane per discutere sul cambio del nome o del simbolo. Perché anche a noi piace quell’aggettivo democratico, in cui leggiamo un impegno a trovare risposte incisive e stimolanti, capaci di intercettare la crescita diffusa di cittadinanza democratica e di coinvolgerla nella responsabilità della vita collettiva e dei suoi equilibri di giustizia e di libertà. Eravamo al suo fianco ieri sera quando ha sottolineato la necessità di dare vita ad un nuovo partito, composto da attivisti e militanti capaci di “saper parlare come la gente al bar”.
Il Partito Democratico che verrà dovrà usare un linguaggio comprensibile a tutti, composto da una nuova classe dirigente – come ha più volte rimarcato – che sappia entrare in un bar e ascoltare tutti coloro che ha di fronte. Questo non significa poter dare ragione a tutti, ma dare a tutti la stessa dignità.

Rinnovamento che non significa “rottamazione”, parola che Bonaccini non ha mai usato nel suo lungo impegno politico. Rinnovamento che non significa mandar via nessuno, ma significa che qualcuno, necessariamente, dovrà passare dal campo alla panchina. É questo l’impegno che il candidato alla segreteria nazionale promette in questo suo lungo tour per lo Stivale. Una promessa che, siamo certi, Bonaccini manterrà come suo primo punto in agenda, per dare vita ad un nuovo gruppo dirigente, anche perché – dopo tanti anni di sconfitte – bisogna assolutamente cambiare. Cambiare per tornare ad essere più popolari, per essere più presenti nei territori, per essere a contatto con la gente.
Certo, non sarà un percorso semplice. Ci sarà da lottare in questi anni che abbiamo a disposizione per rilanciare il partito. Anni che dovranno essere segnati da un serio attivismo sulle sfide epocali, in attesa di un nuovo impegno al governo che dovrà essere sancito – anche su questo Bonaccini è molto chiaro – dal risultato delle urne. Ed è con quest’ottica che siamo pronti a metterci subito al lavoro, con lo sguardo rivolto al primo banco di prova, le Elezioni Europee del 2024.

Siamo e saremo al fianco di Bonaccini per ricostruire una formazione politica a vocazione maggioritaria, che non significa – per usare le sue parole – autosufficienza, ma capacità di fare sintesi e di diventare baricentrici nel centrosinistra, anziché condannarsi all’irrilevanza. Si tratta di un impegno che sentiamo di assumerci, consapevoli del prezioso supporto che continuerà a rivolgere al territorio sannita la vice presidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, proposta da Stefano Bonaccini per la vice segreteria nazionale del partito. Così come siamo certi del contributo che apporteranno a questo nuovo percorso del partito nel Sannio sia Stefano Graziano, parlamentare della circoscrizione, che l’onorevole Piero De Luca. Insieme a loro, insieme al consigliere regionale Mino Mortaruolo, esempio di un impegno politico che ha come priorità l’ascolto, saremo in campo per stimolare la necessaria opera di ricostruire il PD sannita.    

Bisogna ripartire – ci ha ricordato – dalle lezioni di Enrico Berliguer, Aldo Moro, Benigno Zaccagnini, Tina Anselmi e di tutti gli uomini e le donne migliori che la nostra storia ha dato all’Italia. Queste sono le lezioni su cui poggiare quest’opera di pulizia del partito da quanti in questi anni hanno messo da parte il bene comune, mortificando l’onorabilità degli iscritti, degli elettori, dei cittadini.