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L’appello presentato dal comitato sannita Acqua Bene Comune è stato accolto dai consiglieri comunali di Civico 22, Partito Democratico, Città Aperta e Centro Democratico che hanno presentando una mozione affinché il Consiglio Comunale di Benevento impegni l’Amministrazione Comunale e il Sindaco a sollecitare la Regione Campania per la costituzione di una società a totale partecipazione pubblica per la gestione della GRA “Grande adduzione primaria regionale”.

Il coordinamento regionale dei movimenti per l’acqua pubblica, al qual aderisce il Comitato sannita Abc, ha invitato tutti i consigli comunali della Campania ad esprimersi contro la privatizzazione dell’acqua della nostra Regione che, con la delibera n.312 del 31/05/2023, vuole vendere la metà delle maggiori risorse idriche del mezzogiorno Italia. Le fonti del Garigliano, di Cassano Irpino, di Montemarano, l’acquedotto del Biferno e soprattutto l’acqua dell’invaso di Campolattaro, assecondando la volontà della Regione, saranno gestite dalle multinazionali aggiudicatarie della gara d’appalto.

Accogliamo con favore la decisione del consiglio comunale di Napoli che, nella seduta di giovedì 7 settembre, ha deliberato all’unanimità l’approvazione di un’analoga mozione per impedire la privatizzazione della Grande adduzione lasciando al mercato la vendita all’ingrosso dell’acqua.

Le multinazionali non fanno mistero di voler aumentare i propri profitti sulla risorsa idrica, come si evince dalle dichiarazioni dell’amministratore delegato di Acea Fabrizio Palermo apparse sul Sole 24 ore del 7 settembre. Unico scopo del mercato è quello di aumentare le bollette, senza però investire un euro nelle reti colabrodo, lasciando questa incombenza a carico del pubblico (4 miliardi del PNRR idrico). Lo stesso Mastella nell’ultimo consiglio comunale ha lasciato intendere che la privatizzazione della gestione della diga di Campolattaro comporterà inevitabili aumenti delle bollette dell’acqua e dei costi per gli usi irrigui.

Il comitato sannita Abc invita il sindaco Mastella e tutti i consiglieri comunali, al di la delle appartenenze politiche e delle scelte sin’ora operate, a votare a favore della mozione. La gestione pubblica dell’acqua deve unire le forze politiche, perché è espressione della volontà popolare. Gli amministratori locali hanno il dovere di preservare l’enorme risorsa presente nella diga di Campolattaro, a prescindere dalle forme di gestione scelte all’interno dei singoli distretti idrici.

Nei prossime giorni altri consigli comunali (Avellino, Pozzuoli e Marano) discuteranno analoghi provvedimenti ed altri ne seguiranno. La privatizzazione delle fonti è una decisione che non può essere decisa con una delibera di Giunta facendo a meno di ascoltare la voce dei comitati popolari e delle associazioni che difendono il principio costituzionale sancito dal referendum del 2011, quando 26 milioni d’italiani hanno stabilito che non si può fare profitto sull’acqua”.