In riscontro alla nota stampa a firma congiunta di Fp CGIL, UIL e FPL NURSIND, pubblicata su queste pagine, c’è stata la nota di replica del dottor Ludovico Alessandro La Peccerella che ha voluto precisare quanto segue:
“Sono titolare di struttura privata di emodialisi da circa 25 anni e non mi risulta di aver ricevuto regali da nessuno, men che meno dalla Regione Campania, ma più che altro spesso calci in bocca. – ha esordito la lettera aperta del dottore – La tariffa, infatti, per i trattamenti emodialitici è ferma a circa 20 anni fa, senza alcun adeguamento ISTAT, mentre i costi, in particolare di lavoro ed energia, sono saliti vertiginosamente con un margine che lavorando con attenzione, onestà e diligenza, difficilmente supera qualche punto percentuale, mentre è molto facile fallire, come dimostra il fallimento di varie strutture similari anche nel Sannio”.
“Chi parla a vanvera dei privati dovrebbe sapere che le rigide e pesanti normative ai fini dell’accreditamento non valgono per il pubblico ed è lì che ci si dovrebbe preoccupare, ma nessuno se ne preoccupa. – precisa il titolare del centro di analisi – Si punta l’indice minacciosamente sui privati. Siamo quelli che mandiamo avanti la baracca curando l’80% dei dializzati della Regione Campania. L’eliminazione di norme obsolete è solo elemosina per non aumentare le tariffe come doveroso. Leggo inesattezze sul rapporto minimo infermieri pazienti che con l’adeguamento normativo è passato da 1/4 ai sensi della DGRC7301 /2001 a 1/5. Non è mai stato di 3 infermieri per 9 pazienti come citato in articolo (in verità trattasi di nota stampa a firma di organizzazioni sindacali ndr)”.
“Le tariffe nazionali sono maggiori di quelle campane. La percentuale di prestazioni convettive è la più bassa. Al Nord non vi sono sbarramenti. In Sicilia è il 40 %, di cui 20% a € 258 e l’altro 20% a € 232,41. In Lazio ed in Puglia è il 40%. In Sardegna 50%.
I nostri Nefrologi – prosegue La Peccerella – non possono fare prescrizioni SSN a pazienti con insufficienza renale non in dialisi. Nè tampoco siamo remunerati per la prescrizione, la custodia, la dispensazione e la somministrazione di farmaci necessari al controllo dell’iperparatiroidismo e dell’anemia da insufficienza renale. I nostri Nefrologi sono considerati quindi di serie B rispetto a quelli operanti nel pubblico. Siamo per usare un detto locale che mi sembra appropriato “cornuti e mazziati”. Quello che ci dà la forza di andare avanti anche spesso rimettendoci di tasca nostra e’ la soddisfazione di salvare vite e di accompagnare chi idoneo ad una nuova vita attraverso il trapianto” .
“Dialisi, è un altro regalo di De Luca ai privati: peggiorata assistenza”