Se non è un disservizio, di sicuro è un disagio per tante mamme, specie quelle che lavorano, che, come spesso accade, con l’arrivo di settembre, iniziano a programmare le proprie giornate fatte di tante attività. Lo spostamento dell’inserimento dei bimbi, nella fascia 0-36 mesi, nel micro nido di Cautano di sicuro genera qualche problematica, che, con un pizzico di programmazione, poteva essere evitato. Si tratta di una struttura, il ‘Nido di montagna’, che rappresenta un fiore all’occhiello per gestione e funzionalità e che è stato già riempito da circa una ventina di bambini per la prossima annata. Un malcontento crescente che ci è stato segnalato e che meritava attenzione.
Tutto rimandato a ottobre per gli interventi di manutenzione straordinaria a cui dovrà essere sottoposto l’immobile. Il Comune, entrando nel dettaglio della questione, per l’anno 2023 è stato beneficiario di un contributo di oltre 23mila euro, grazie al DPCM del 17 luglio 2020 che ha dato all’ente sannita, nel quadrienno, oltre 20mila euro all’anno. L’appalto, giusto per informazione, è stato assegnato al ribasso e in maniera diretta, data l’esiguità dell’importo, per oltre 18mila euro.
E’ un bene che le strutture possano essere migliorate, su questo non c’è dubbio. Resta, però, quel malcontento per le mamme che dovranno sacrificarsi per un ulteriore mese prima di poter affidare i propri figli al micro nido. Un malcontento che parte da lontano, dal 2016, quando ci si aspettava una programmazione sulla gestione che faticava a prendere forma.
Si dovrebbe partire il 2 ottobre, a meno che i lavori non siano terminati prima, e intanto l‘Azienda speciale Consortile dovrà provvedere a riconsegnare la mensilità di settembre agli utenti che hano già effettuato il versamento della cauzione e della quota anticipata di un bimestre, a titolo di caparra confirmatoria, riservandosi di non chiedere la corresponsione della differenza ove il servizio venga attivato nel mese.
Un disagio, come detto. Una situazione che avrebbe potuto avere una gestione diversa evitando il malcontento delle mamme e quello dell’Azienda che dovrà ridare i soldi indietro. Un pizzico di organizzazione e una programmazione più attenta avrebbero potuto garantire una funzionalità a un servizio essenziale.