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di Annalisa Papa

Nel pomeriggio di sabato 07 settembre, si è svolta a Cautano la cerimonia di intitolazione all’architetto Domenico Orlacchio della Sala consiliare del Comune.

Insieme all’amministrazione erano presenti un folto numero di cittadini, le forze dell’ordine, la famiglia Orlacchio e l’arch Domenico Rapuano.

Una cerimonia commossa che ha ricordato l’impegno, la dedizione e l’umanità del professionista.

Sentito il discorso dell’architetto Rapuano che ha voluto ricordarlo con questa parole:

Sono contento di essere qui oggi a ricordare il professore Domenico Orlacchio.  Uomo attivo e stimato nel dibattito accademico come in quello urbanistico e professionista capace e apprezzato,  quando il sapere non era  ancora distinto dal saper fare come oggi sempre più spesso accade. Sono contento per vari motivi:uno di questi perché il nostro è stato un incontro fugace e  interrotto e questa occasione mi sembra un inizio per poter rispondere a quella volontà di conoscenza che mi aveva spinto a frequentare il suo corso di tecnologia all’università.

Un misto di orgoglio e simpatia me lo fece subito apprezzare insieme alla sua qualità di esporre le cose con sicurezza e garbo. Qualità spesso presente in chi viene dall’entroterra e che io avevo subito apprezzato. Purtroppo come tutti i bei inizi finì presto e il professore dovette abbandonare il corso quell’anno per problemi di salute. La mia timidezza e la sfortuna non ci hanno fatto rincontrare in vita.

L’altro è perché trovo importante ricordare e non perdere la memoria specialmente oggi in un mondo che ci svuota sempre più dei ricordi.

Mi piace molto un concetto che lo stesso professore Orlacchio ha espresso molto bene ed è quello di anteporre alla pianificazione e alle strategie di sviluppo un’operazione di radiografia dei luoghi che ne faccia emergere il valore e ne esalti la memoria e la storia.

Scavare per fare emergere. Ed è quello che dovremmo imparare a fare come i nostri predecessori sapevano bene ed erano abituati a fare  Dissotterrare per scoprire. Vorrei che questa giornata fosse utile a sanare il rimpianto di non averlo potuto conoscere bene ma un rimedio possibile e che le persone si conoscono e riconoscono anche attraverso quello che fanno e gli architetti parlano anche attraverso le loro opere.

Opere spesso deturpate, interrotte, abusate e trasformate da una sottocultura e una politica cieca e farraginosa. Le sue opere mi hanno sempre parlato di un uomo che amava il posto da cui proveniva e che rispettava i luoghi con umiltà e dignità.  Sapeva che non c’era bisogno di mostrare l’estro creativo, sapeva che il non detto, il sottaciuto, il silenzio, spesso risuona più forte del frastuono. Spero che questo silenzio che c’è stato fino ad oggi possa iniziare a risuonare anche attraverso questa iniziativa.

Tutto ciò possa essere l’inizio di una riscoperta del valore di un uomo che in modo lieve ci ha lasciato tracce importanti. Il dire riluce attraverso il non dire ci insegna un filosofo  Spesso i maestri parlano attraverso gli stumenti che credono più efficaci e gli architetti di una volta sapevano che l’architettura parlava a lungo.

Voglio citare a tal proposito solo qualche opera. La chiesa di Cautano che mi ha sempre colpito per la sua francescana e non ostentata semplicità. Un opera Cristiana ma allo stesso tempo laica, aperta alla comunità e che si dispone di fronte alla piazza riammagliando un tessuto un tempo slabbrato e diventando la testata di una serie di edifici a carattere pubblico. I materiali di cui è fatta ci raccontano della semplicità di un mondo contadino che il professore teneva in gran conto e non aveva dimenticato.

 Non dimentichiamo che a Napoli ha progettato una delle fermate della metropolitana. Così come un altro nostro conterraneo, il professore Capobianco originario di Vitulano. Anche professore di altissima qualità. Comunque era bello sapere che questa terra contemporaneamente dava i natali a persone di rilievo.

 

Anche il Sindaco Alessandro Gisoldi ha voluto ricordarlo con un accorato intervento:

Dedicare la sala Consiliare di Cautano ad un Suo illustre Figlio non costituisce occasione per fare memoria o esprimere gratitudine – non sarebbe consono per la visione o lo stile della Persona – ma costituisce occasione da non perdere per una riflessione sulla Comunità e le infrastrutture fisiche che la costituiscono e ad architetti e urbanisti capaci di prevedere e anticipare il futuro.

Domenico Orlacchio, nato a Cautano e formatosi nella scuola di architettura napoletano, alla quale dedicò anche le proprie energie di ricercatore e docente universitario, concepiva la architettura, vero e propria ancella della urbanistica, come OCCASIONE DA NON PERDERE per rigenerare, valorizzare e promuovere il territorio e i servizi in esso presenti (…)

Di Domenico Orlacchio va ricordato anche il lato umano, dopo oltre 60 anni conservava nel suo portafoglio un fiore essiccato, il “non ti scordar di me” a ricordo di una coetanea cautanese che la morte aveva stroncato nel fiorire della giovinezza.

 Ricercatore, docente, progettista e uomo che alla comunità cui si onorava di appartenere ricorda che vi sono occasioni da non perdere per accrescere il benessere essere e la libertà dei consociati”

 

Toccanti le parole del figlio, l’ing Rocco Orlacchio, che ha voluto ricordare quanto il padre fosse orgoglioso delle sue origini sannite e abbia trasmesso questo orgoglio anche alla sua famiglia e come l’amore per la sua terra lo abbia sempre portato, ogni qual volta abbia potuto, ad impegnarsi per Cautano, e come è stato e sarà sempre imprescindibile parlare del suo lavoro per raccontare la sua vita.

La cerimonia si è poi conclusa scoprendo la targa commemorativa che ricorderà ai posteri questa figura illustre della comunità cautanese.