Ieri sera, durante l’assemblea di approvazione del bilancio consuntivo dell’associazione, il direttivo ha ratificato alle socie e ai soci un importante passaggio di consegne: la ventottenne ̀ + . Beneventana di origine, una laurea in Lingue, già componente del direttivo attuale, in carica dalla fine di settembre 2020, nonché vice presidente, Ranauro si pone in continuità con il processo di rinnovamento che il Comitato provinciale Arcigay più grande d’Italia ha iniziato già anni fa. Il nuovo vice presidente, sempre nel segno della continuità, è il consigliere del direttivo Francesco Colombrita.
Ranauro succede a Giuseppe Seminario, presidente che ha traghettato il Cassero attraverso la tempesta economica e sociale della pandemia, oltre che verso nuove pratiche politiche. Senza disconoscere il principio della rappresentanza, e mantenendo le proprie responsabilità, la presidenza del Cassero con lui è diventata meno personalistica e più calata nella collettività del lavoro quotidiano, dell’essere insieme, delle reti cittadine e nazionali.
Ranauro è consapevole che «Il Cassero è ancora oggi percepito, simbolicamente, come un luogo maschile, “dei gay”, ma questo non corrisponde più alla realtà, ormai da anni». «Molti ruoli chiave – le ha fatto eco Seminario – sono ricoperti da donne, lesbiche, persone non binarie e trans, senza le quali il Cassero non andrebbe avanti». «Speriamo che con la mia presidenza la città e la comunità si scrollino di dosso questa vecchia immagine» ha poi proseguito Ranauro. «Siamo un crogiolo di soggettività, e a 40 anni dalla famosa concessione del Cassero (di porta Saragozza) all’allora Circolo di cultura omosessuale 28 giugno siamo lo specchio dell’evoluzione e della maggiore pluralità della comunità LGBTQIA+».
«Siamo transfemministe queer, non ci interessa il donnismo come pratica politica – ha dichiarato Ranauro. Non ci interessa ragionare per quote, però è vero che nella lunga storia del Circolo tutte le soggettività non corrispondenti alla descrizione di uomo cisgenere sono spesso rimaste schiacciate in un maschile universale che non è più il nostro e che rifiutiamo».
Le prime sfide che la nuova presidente affronterà sono il rinnovo del patto di collaborazione col Comune, l’apporto del Cassero alla rete cittadina del Rivolta Pride, che sfilerà per le strade di Bologna il 25 giugno, e a quella nazionale degli Stati Genderali, vivace ensemble di molte realtà diverse che ha esordito con un’assemblea nazionale romana nel dicembre scorso, e che ne vedrà una seconda a metà maggio, proprio in città.