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Continua il processo sul giro di prostituzione a Benevento nato dall’inchiesta che fece luce su delle case appuntamento prese in affitto nel centro della città sannita e in periferia. Una complessa indagine che tra l’ottobre e il dicembre del 2018 portò alla luce un giro di sfruttamento di donne e giovani ragazze straniere. Un processo che adesso vede chiamati in causa Yuverquis Martinez Perez Galati, 51enne di nazionalità dominicana (avvocato Gerardo Giorgione), Rinaldo Russo, 91enne di Ceppaloni (avvocato Alberto Mignone) e Francesco Varricchio, 76enne di San Leucio del Sannio (avvocato Alessandro Della Ratta) e Lina Gisella Brito Garcia, 39enne domenicana (avvocato Giuseppe Nardone).

Un’indagine partita nel 2017 quando nel mirino degli inquirenti finirono due abitazioni: una in via Boccalini al Rione Ferrovia e l’altra al Casale Maccabei. Gli investigatori avevano individuato la prima abitazione grazie al pedinamento di un uomo, un 70enne di Benevento, poi deceduto, che era stato scoperto dai militari a prelevare alla stazione ferroviaria le ragazze per poi accompagnarle in auto in via Boccalini. Quell’insolito viavai aveva messo in allarme le forze dell’ordine, e dopo vari appostamenti avevano portato alla conferma dei sospetti. Si trattava di una casa di appuntamenti. I poliziotti avevano così ricostruito il giro, trovando anche le tracce sul web, soprattutto sul sito ‘Bachecaincontri.it’ dove c’erano una serie di annunci espliciti per prestazioni sessuali e dove pubblicizzavano la presenza di escort straniere. Un meccanismo che aveva portato in poco tempo a metter su in quell’appartamento di Benevento un intenso giro di prostituzione. Un immobile di proprietà del padre del 70enne, che sarebbe stato dato in locazione a Yuverquis Martinez Perez Galati. I militari, poi, a distanza di due mesi misero i sigilli anche all’immobile al Casale Maccabei, di proprietà di Varricchio.

Questa mattina, nell’udienza dibattimentale presso il Tribunale di Benevento, tra gli altri test, è stato ascoltato anche Emanuele Fattori. Lex dirigente della Squadra Mobile Benevento ha rivelato alcuni dettagli dell’inchiesta, spiegando che grazie alle intercettazioni sul telefono della Perez, ci furono le prime conferme sull’attività di prostituzione. I militari, quindi, riuscirono a scovare le case di appuntamento. Intercettazioni telefoniche e riscontri diretti, che permisero di ricostruire un articolato sistema, mediante il quale la cittadina dominicana reclutava ragazze e transessuali, di varie etnie, da avviare alla prostituzione, locando a proprio nome diversi appartamenti e demandando la gestione della loro sistemazione logistica all’anziano beneventano, che provvedeva ad interfacciarsi in alcuni casi con i clienti, programmandone gli incontri. In altri casi il procacciamento della clientela, che fruiva dell’attività di meretricio, avveniva attraverso l’inserzione dei numeri telefonici delle prostitute su portali o bacheche online, che permettevano un contatto diretto con i clienti.

Alla fine dell’udienza, il giudice ha rinviato al 18 maggio 2023 per un incarico integrativo delle intercettazioni.