“Le scriventi Organizzazioni Sindacali ritengono doveroso esprimere il proprio fermo dissenso rispetto alla proposta di avvio delle trattative con la Parte Pubblica per l’attuale fase negoziale. Una posizione chiara e determinata, fondata su ragioni oggettive e inconfutabili, che evidenziano l’ormai intollerabile distanza tra gli impegni formalmente assunti e la realtà quotidiana vissuta dal personale di Polizia Penitenziaria.
In particolare, si rileva quanto segue: mancata applicazione dei protocolli regionali e locali, i cui contenuti, a distanza di tempo, restano in larga parte disattesi. Tali accordi rappresentano strumenti essenziali per una corretta gestione delle risorse umane e per il miglioramento delle condizioni lavorative, e la loro sistematica inosservanza mina le fondamenta del confronto sindacale, compromettendo la fiducia e la credibilità delle relazioni istituzionali; assenza di contenuti concreti e funzionali nella proposta di riorganizzazione del lavoro, che si dimostra del tutto inadeguata rispetto alle esigenze reali degli Istituti.
Tale impostazione rischia di aggravare le disfunzioni organizzative esistenti, penalizzando ulteriormente il personale operante su turnazione e compromettendo la sicurezza generale delle strutture penitenziarie; pendenza di un contenzioso relativo ad un’errata assegnazione di una unità di Polizia Penitenziaria presso una specifica Unità
Operativa, situazione che ha determinato un’ingiustificata lesione dei diritti del personale coinvolto. In merito, le scriventi hanno già ricevuto diversi ricorsi in autotutela che, in assenza di riscontri risolutivi, saranno oggetto di ulteriore trasmissione alle competenti
sedi istituzionali e giurisdizionali. Alla luce degli aspetti evidenziati, le scriventi Organizzazioni Sindacali dichiarano la totale indisponibilità ad avviare alcuna forma di confronto negoziale sino a quando non saranno ripristinate le condizioni minime di rispetto degli accordi sottoscritti, del personale operante e della sicurezza degli Istituti”, così nella nota a firma di SiNAPPe, UILPA, USPP e CGIL.