Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma di Carmine Passante – militante del Partito Democratico della Provincia di Benevento – ha indirizzato al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
“Premetto che mia moglie è un’insegnante delle scuole superiori, precaria dal 2019 e da quell’anno insegna tutti gli anni, talvolta per pochi giorni/mesi oppure per tutta la durata delle attività didattiche.
Vorrei porre dei quesiti a voi in qualità di Istituzioni, in primis, e di Politici, poi. I quesiti sono i seguenti:
• perché gli insegnanti precari, che fanno sacrifici da anni, insegnano e danno tutta la loro passione e amore per l’istituzione scolastica e l’insegnamento, cercando di trasmettere quanto più possibile ai loro alunni, sono coloro che si sentono sempre un passo indietro agli altri insegnanti?
• perché, nel momento in cui si bandisce un concorso, gli insegnanti precari devono essere messi sullo stesso piano di chi nel mondo scolastico non ci ha messo piede fino al momento in cui vince il concorso?
• Perché i docenti precari devono essere trattati da ‘seconde scelte’ nel momento in cui loro possono essere le prime scelte naturali, visto che nella scuola ci vivono da anni, tutti i giorni, facendo chilometri e sacrifici per un posto fisso che non esiste?
Io apprezzo tanto i sacrifici di questi insegnanti che ogni giorno escono di casa con la consapevolezza che a giugno finisce il loro compito e l’anno dopo chissà se saranno richiamati a lavorare.
La mia, purtroppo, è una polemica!
Io credo che la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministro stesso debbano tenere conto dei sacrifici che fanno i docenti precari, perché non è giusto che si dia tanto per il futuro dei nostri figli e a loro, non diamo nulla di concreto mai!
Presidente Meloni, lei ha voluto chiamare il Ministero dell’Istruzione e del Merito, allora questo merito a questi insegnanti lo vogliamo riconoscere?!
È ragionevole che gli insegnati precari debbano avere il giusto riconoscimento per i tantissimi sacrifici affrontati – non che gli insegnanti di ruolo siano da meno – ma la categoria dei precari è utilizzata, almeno per quanto riguarda l’ambito scolastico, come tappa buchi e poi al 30 giugno chi si è visto si è visto!”.