Con riferimento alla nota dell’11.04.2025, sottoscritta delle scriventi Organizzazioni Sindacali, ed al comunicato di pari data diffuso dalla Direzione della Casa Circondariale di Benevento, concernente l’incontro definito “costruttivo” sulla pianificazione del Reparto, nonostante le note carenze di organico, si ritiene doveroso fornire alcune precisazioni.
In quella data, tutte le sigle sindacali erano state regolarmente convocate per discutere la nuova proposta di organizzazione del lavoro, già oggetto di confronto in un precedente incontro svoltosi nel mese di gennaio 2025.
In tale occasione, tutte le sigle presenti avevano espresso forte e concreta preoccupazione per l’eccessivo e crescente carico di lavoro gravante, in modo sproporzionato, sul personale impiegato nei servizi a turno.
A fronte di tale criticità, nel corso della riunione dell’11 aprile, le scriventi Organizzazioni Sindacali avevano chiesto alla Parte Pubblica e al Comandante una redistribuzione equa dei carichi di lavoro, finalizzata ad assicurare un bilanciamento tra le diverse posizioni occupate dal personale. Tuttavia, tale richiesta non ha trovato alcun riscontro positivo da parte dell’Amministrazione.
Alla luce di ciò, 4 sigle sindacali su 7 hanno deciso di abbandonare il tavolo negoziale, mentre le restanti hanno scelto di proseguire nella contrattazione.
Orbene, appare doveroso sottolineare come non possa in alcun modo ritenere “costruttivo” l’incontro de quo, atteso che i fatti, palesi e chiari, depongono per una mancata conciliazione tra le esigenze lavorative e personali degli operatori penitenziari impiegati nei servizi a turno, e l’organizzazione demandata al Comandante, previa ratifica della Direzione.
Infatti, per il disappunto delle scriventi Organizzazioni sovente si discostano da quanto, chi ha considerato il tavolo per la contrattazione un “incontro costruttivo”, è ben consapevole, di contro, delle storiche carenze di personale, dell’aumento degli obblighi e degli adempimenti in cui è coinvolto il personale a turno, palesemente discriminato rispetto a quello in postazione fissa; questa discrasia organizzativa comporta inevitabilmente sia uno stravolgimento delle abitudini quotidiane, private e lavorative, degli operatori a turnazione, sia una privazione dei diritti garantiti.
Pertanto, era, per dovere istituzionale, necessario che fosse individuata una soluzione conforme alle esigenze di tutto il personale, principalmente fondata sulla non discriminazione tra colleghi (a turno e postazione fissa) e sul rispetto dei più elementari diritti del lavoratore, come riconosciuto dalla normativa vigente.