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Benevento – L’attenzione che le Istituzioni debbono ai bambini i cui genitori sono ristretti in carcere è stata al centro di una bella iniziativa illustrata stamani presso la Casa Circondariale di contrada Capodimonte. Un protocollo d’intesa è stato siglato in mattinata tra il CAM-Centro di Aiuto al minore, Telefono Azzurro e la Dirigenza della Casa Circondariale per realizzare attività ricreative ed educative riservate ai bambini che, loro malgrado, vivono la situazione di vedere il proprio papà o la propria mammà solo raramente e solo presso il carcere.

Il problema, delicato e spinoso, della gestione del tempo libero di questi minori è stato affrontato con un pacchetto di misure che avranno uno sviluppo nell’arco temporale di dodici mesi. Alla base del protocollo c’è ovviamente la doppia e ferma convinzione del fatto che i bambini non sono colpevoli di nulla e che hanno il diritto di intrattenere rapporti con chi li ha messi al mondo; d’altra parte, è altrettanto imprescindibile la convinzione sulla funzione del carcere quale luogo che deve impegnare la persona ristretta a reinserirsi nella società civile dopo aver espiato la pena. Anche per loro, dunque, il protocollo siglato oggi vuole essere un messaggio di speranza e di riscatto.

Il protocollo, per tanto, vuole promuovere un cammino di avvicinamento dei genitori detenuti verso i propri figli grazie all’allestimento di un ambiente sereno e accogliente per i bambini che restano in attesa all’interno del carcere, spesso, anche più di un’ora prima di poter incontrare il proprio genitore.

Gli estensori del protocollo hanno anche voluto predisporre misure per accompagnare e sostenere il bambino nelle delicate fasi che precedono il colloquio e che non possono essere consumate in un ambiente anonimo, freddo ed ostile: il bambini deve invece avere la certezza, coltivata in un luogo che favorisce l’accoglienza, che continuerà a vedere il proprio genitore.

Presso la stessa Casa Circondariale, il direttore del Carcere Gianfranco Marcello e la responsabile del progetto Carla Miele, hanno illustrato alla stampa i contenuti del protocollo. L’incontro è avvenuto nella struttura di accoglienza e di attesa del colloquio per i bambini in visita. L’ambiente è stata restaurato e arredato con i fondi messi a disposizione da Cassa Ammende.

Il direttore Marcello ha spiegato: “Provate a capire cosa voglia dire per un bambino venire a incontrare un genitore che è ristretto ed avere anche soltanto l’impatto con la struttura. E’ un trauma. Inoltre non sempre si riesce a instaurare un colloquio in tempi brevi. Farlo in ambienti più idonei può aiutare a superare l’impatto della strutture, trascorrendo la fase d’attesa in un ambiente protetto e sereno, venendo seguiti dalle volontarie. Inizieremo con una giornata sperimentale mercoledì prossimo, ma se sarà possibile proveremo a estenderlo a tutta la settimana”.

La responsabile Miele ha dichiarato: “E’ importante che i bambini capiscano che i genitori continuano a volergli bene ed esprimere le loro emozioni. Bisogna metterli a proprio agio. Noi faremo attività ricreative ed educative. Scrivere, disegnare, insomma farli sentire partecipi prima dell’incontro. Ovviamente dovremo badare all’età dei ragazzi e cercheremo di lavorare con tutti. Un bambino della scuola dell’infanzia ha altre priorità rispetto a un bimbo delle scuole primarie“.