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Benevento – Sei giorni non basteranno a fare la rivoluzione ma possono riaccendere una speranza. Roberto Stellone ha diretto il suo primo allenamento lunedì 6 febbraio, giorno in cui si è presentato al gruppo e ha provato a fornire l’input per riattivare un sistema ingolfato dai troppi problemi. Liberare la mente dei giocatori è l’istruzione a cui ha dato priorità, poi è passato alla tattica e alla preparazione del primo impegno ufficiale. A Cagliari non si è visto nessuno stravolgimento nel sistema di gioco (3-5-2), ma anche alcun gol all’attivo e poca densità nell’area avversaria. Eppure qualche raggio di sole è riuscito a penetrare tra i minacciosi nuvoloni grigi.

Cosa è cambiato: leader con più personalità

Uno dei limiti palesati dal Benevento nella gestione Cannavaro riguardava l’aspetto caratteriale. Al netto del solito Schiattarella, unico leader evidente sul rettangolo verde, nessuno sembrava sentirsi in grado di prendersi responsabilità al momento di effettuare una giocata, che si trattasse di un dribbling a centrocampo, di una verticalizzazione difensiva o di un tiro in porta. Una stasi frutto di insicurezza e paura, sentimenti che si sono in parte assottigliati alla Unipol Domus. Contro il Cagliari i giocatori più esperti hanno quanto meno provato a prendere in mano la situazione, forse sospinti dal vento del cambiamento. I vari Improta, Acampora, Leverbe e Simy hanno giocato con un piglio diverso pur non mancando di commettere errori a volte elementari nel fraseggio e nel controllo del pallone, come nel caso del nigeriano.

L’atteggiamento di Acampora

Nella scorsa stagione aveva viaggiato a un ritmo da serie A, quest’anno ha deluso ampiamente le aspettative. Gennaro Acampora, uno degli attesi trascinatori della Strega, negli ultimi mesi è sembrato un lontano parente del giocatore ammirato solo un anno fa dalle parti del Vigorito. Lento nel pensiero, impreciso nell’esecuzione e tardivo negli inserimenti, ha rischiato di perdersi toccando il fondo contro il Venezia, in quello che si è rivelato l’ultimo ballo in panchina di Fabio Cannavaro. A Cagliari ha ribaltato le sensazioni della settimana precedente. Ha agito in cabina di regia aumentando i giri del motore e migliorando notevolmente le sue medie stagionali: 88% di passaggi riusciti (a fronte dell’80%), 70% di precisione nei lanci lunghi (contro il 63%) e soprattutto 4 dribbling completati su 4 tentati. Fino a ieri la sua media recitava un misero 1,4 a partita. Tutto ciò non è bastato a evitare la sconfitta, ma il cambio d’atteggiamento non va sottovalutato

Cosa non è cambiato: l’emergenza

I problemi legati all’infermeria perseguitano il Benevento da giugno. Prima Caserta e poi Cannavaro hanno dovuto fare i conti con il mare di assenze che ha travolto ora anche Stellone. Erano otto gli indisponibili alla sua ‘prima’ da allenatore della Strega, di cui due riferiti agli squalificati Viviani e Schiattarella. Per raggiungere la salvezza bisognerà anche sperare che il conto con la cattiva sorte possa chiudersi definitivamente nell’immediato. Nonostante ciò il tecnico romano è riuscito a schierare una squadra organizzata, sicuramente più reattiva sulle seconde palle e nella lettura del gioco rispetto a quella che ha malamente dissipato punti nelle precedenti uscite.

Attenzione ai dettagli: ancora non ci siamo

“Puniti da un solo errore”, frase ricorrente ormai nell’ambiente giallorosso. Ma il campionato di serie B ha dimostrato nel tempo di non fare sconti e di far pagare la minima disattenzione a caro prezzo. E’ un problema su cui Stellone dovrà lavorare, considerando che nonostante la presenza di difensori esperti (Leverbe, Veseli e Tosca), a marcare la vecchia volpe Lapadula ci fosse il giovane Jureskin, da poco gettato nella mischia. La beffa arriva persino dai numeri, che se letti con superficialità narrano di una difesa da zona play off (dal Modena in giù nessuno ha fatto meglio). Se la retroguardia piange, l’attacco è disperato. Vero che le fasce sono state sfruttate meglio, ma mancano ancora cattiveria, capacità di riempire l’area e di calciare in porta. Nessun gol fatto per la nona volta in 24 gare. Senza contare che solo il 75% delle 20 reti realizzate finora ha portato in dote punti, per la maggior parte legati a pareggi (ben 6). Sterzare non sarà semplice.