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Benevento – Un ventaglio maggiore di scelte, più che altro da giocarsi a partita in corso. Fabio Cannavaro ha sfruttato la sosta per recuperare pedine, ma la condizione di quei calciatori usciti dall’infermeria potrà migliorare solo strada facendo, partita dopo partita. Difficile, insomma, che al “Granillo“, al cospetto del grande ex Filippo Inzaghi, il Benevento possa presentarsi in campo con qualche novità di rilievo nell’undici di partenza.

Si ripartirà dalla squadra che ha vinto a Ferrara, interrompendo un digiuno che durava da settanta giorni e permettendo al tecnico partenopeo di brindare al primo successo dopo il ritorno in Patria. Sarà ancora 3-5-2 perché con questo sistema il Benevento si è costruito delle certezze da non disperdere per migliorare una classifica che resta deficitaria. Ci sarà tempo per passare alla difesa a quattro, magari quando Glik avrà esaurito gli appuntamenti mondiali con la Polonia e Veseli si sarà lasciato alle spalle l’infortunio.

Per il momento si andrà avanti sulla linea tracciata, perché l’avversario non è di quelli banali. La Reggina è seconda solo al Frosinone in classifica, può vantare il miglior attacco del campionato e in panchina ha una garanzia assoluta per il torneo di serie B. Un mix di fattori di non poco conto, che sottolineano l’importanza e la difficoltà dell’impegno che attende la Strega.

Cannavaro si appresta a rilanciare Pastina dopo il turno di squalifica. Il mancino di Battipaglia andrà a completare il pacchetto di difesa davanti a Paleari insieme a Leverbe e Capellini. Il centrocampo ruoterà intorno al fosforo e alle geometrie di Schiattarella, supportato da Karic e Improta. A destra spazio a capitan Letizia, mentre sulla corsia opposta si respira aria di ballottaggio tra Foulon (favorito) e Masciangelo. E’ il vero dubbio che il tecnico giallorosso si è portato dietro nel viaggio verso Reggio Calabria, perché in avanti La Gumina e Farias appaiono in vantaggio sulla concorrenza. Il palermitano e il brasiliano hanno lanciato segnali incoraggianti a Ferrara, scalando le gerarchie e costringendo Forte ad accomodarsi inizialmente in panchina.

Quella stessa panchina su cui siederanno giocatori finalmente tornati a disposizione. Un elemento da non sottovalutare nell’epoca delle cinque sostituzioni, per un Benevento che fino ad ora ha dovuto fare troppe volte di necessità virtù.