“Come abbiamo illustrato ai consiglieri oggi in commissione, le scelte urbanistiche operate per il riconoscimento dell’interesse pubblico su un progetto di iniziativa privata diretto alla realizzazione di un campo da golf sono state mirate a preservare la vocazione naturalistica dell’area e a tutelarne il valore ambientale, circoscrivendo la possibilità di interventi edificatori al minimo e limitandoli alla percentuale strettamente necessaria alla concretizzazione dell’intervento (1,6 per cento della superficie totale)“, così in una nota l’assessore all’Urbanistica Mariagrazia Chiusolo e il presidente della commissione Urbanistica Alfredo Martignetti.
“Non vorremmo che certe dissertazioni sul contesto tecnico d’attuazione dell’intervento nascondano una ritrosia, motivata da ragioni di contrapposizione politica, a riconoscere che la città ha aumentato la propria capacità attrattiva e allarga la propria offerta sportiva e turistica puntando su un segmento originale e dal grande potenziale, visto che nel Mezzogiorno nessun altro avrebbe un impianto del genere“, proseguono Chiusolo e Martignetti. “Sotto il profilo tecnico, alla luce delle risultanze emerse dagli approfondimenti dell’ufficio competente, abbiamo chiarito che la realizzazione del campo da golf in area agricola è perfettamente compatibile con il Piano urbanistico vigente. Del resto è stato un ente di indubbia autorevolezza, quale il Consiglio nazionale delle Ricerche-Istituto di Biometria di Bologna, a evidenziare come l’impatto ambientale dell’attività golfistica risulta, per uso di fertilizzanti, pesticidi e consumi idrici, inferiore alle attività agricole tradizionali, mentre diverse pronunce della giustizia amministrativa specificano che ‘la destinazione a zona agricola di una determinata area non presuppone necessariamente che sia utilizzata per colture tipiche trattandosi di una scelta discrezionale dell’amministrazione comunale’ (Cds, sez.IV, n.6600/2008) e che ‘il vincolo a verde agricolo è preordinato non tanto alla mera salvaguardia degli interessi dell’agricoltura quanto alla realizzazione di un migliore equilibrio tra aree edificate e aree verdi’ (Tar Toscana, sezione I, n.1892/2004). Proprio la tutela del verde e la riduzione delle volumetrie sono state le direttrici tecniche dell’intervento. Obiettivi che sarebbero stati compromessi se si fosse optato per scelte diverse, come quelle proposte da alcuni gruppi di minoranza, dal momento che la variazione in D3 su tutta l’area del progetto avrebbe aperto ad una volumetria potenziale ben tre volte maggiore, per non parlare della trasformazione in F6 che avrebbe consentito la costruzione di manufatti per una superficie complessiva di 190mila metri quadri, un vero e proprio villaggio. Così invece escludiamo qualsiasi cementificazione selvaggia, tuteliamo l’inedificabilità dell’area e apriamo a un investimento green, compatibile con il contesto paesaggistico di riferimento e con un ritorno potenziale notevole in termini economici e turistici“, proseguono Chiusolo e Martignetti.
“Massima disponibilità al confronto e al dialogo su aspetti tecnico-amministrativi, garantiamo a tutto il Consiglio e all’opinione pubblica massima trasparenza, contrasteremo però tentativi di ostacolare, con pretesti di approfondimenti tecnici infiniti, un investimento a costo zero per il Comune, senza controindicazioni e con benefici facilmente prevedibili“.