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Benevento – Il calvario di Antonio Testa è iniziato lo scorso 10 Marzo. Fu in quel giorno che lui, infermiere nel reparto di Malattie Infettive all’Ospedale “San Pio” di Benevento, accusò i primi sintomi per poi risultare positivo al Covid-19.

Il contagio potrebbe essere avvenuto all’interno del reparto ospedaliero, il virus si è inizialmente manifestato attraverso dolori muscolari, ossei e febbre tra i 37,5 e 38 gradi.

Sin da subito Antonio ha deciso di porsi in quarantena domiciliare, inviando un certificato di malattia in ospedale, soprattutto per evitare di infettare altre persone. Purtroppo, però, le accortezze non sono bastate per preservare la sua famiglia, considerando che successivamente a risultare positiva è stata anche una delle sue figlie. 

All’aumentare della febbre, con temperatura corporea che ha sfiorato anche i 40 gradi, Antonio ha deciso di chiamare l’ambulanza, che solo dopo varie insistenze si è deciso a trasportarlo in ospedale, nell’area riservata ai pazienti sospetti. 

Antonio nell’intervista concessa ad Anteprima24 ci ha tenuto a sottolineare l’efficienza del lavoro svolto dal personale del nosocomio sannita, “impeccabile sotto tutti i punti di vista“.  Nel reparto di Malattie Infettive, dove ha iniziato da subito le cure necessarie, ha effettuato 4 tamponi, tutti risultati positivi. Lo scorso 4 aprile, dopo essere stato dichiarato “clinicamente guarito” è stato trasferito alla Gepos di Telese Terme.

Dai discorsi riguardanti questo momento particolare trapela però una comprensibile delusione: “La mia famiglia è stata completamente abbandonata, solo una chiamata sporadica, ma non è stato fatto nulla di più. Non c’è stato nessun tipo di supporto psicologico. Secondo le disposizioni la mia famiglia finirà la quarantena obbligatoria il 10 aprile. Quel giorno mia moglie e i miei figli potranno riprendere a svolgere normali attività come quella di andare a fare la spesa, ma ad eccezione di una delle figlie, quella poi risultata positiva, nessuno di loro è stato sottoposto a tampone. Siamo sicuri che potranno uscire di casa in condizioni di massima sicurezza per tutti?“.

Nell’intervista telefonica (audio in alto) realizzata in cui vengono ripercorse tutte le tappe di un mese da incubo.