Tempo di lettura: 3 minuti

Il giorno della memoria dei terribili eventi che sconvolsero Benevento nel 1943 quando, tra agosto e settembre di quell’anno cruciale della Seconda Guerra Mondiale, la città fu bombardata dagli aerei alleati  per 60 volte radendola al suolo.

Le fortezze volanti americane disseminarono di bombe la città mietendo migliaia di vittime: l’Italia fascista aveva dichiarato guerra alla Francia, all’Inghilterra e persino agli Stati Uniti e dunque anche Benevento era un obiettivo “legittimo”; ma il problema fu che le Forze aeree alleate continuarono a colpire la città anche dopo l’8 settembre del 1943, cioé quando di fatto l’Italia non era più in guerra contro di loro.

Il punto di quella terribile stagione è stato proprio questo: fino a quando il nostro Paese era in guerra contro gli Alleati, secondo le logiche delle guerre, purtroppo, si devono mettere in conto eventi del genere, come ad esempio accade per la città di Dresda in Germania; ma davvero si resta tutt’ggi sconcertati per l’accanimento inusitato contro civili inermi da parte degli Alleati come accade a Benevento anche quando i tedeschi erano in fuga da giorni dal Sannio.

Dopo la firma dell’armistzio a Cassibile, in prossimità di Siracusa, che segnò l’uscita dell’Italia dal conflitto, il martellante bombardamento “alleato” continuò contro una città del tutto indifesa e, soprattutto, senza i tedschi che intanto tenevano in ostaggio il resto del Paese a partire dalla Capitale.

Secondo molte interpretazioni di quei tragici fatti, quei bombardamenti furono semplicemente un atto criminale e al di fuori di qualunque limite dei codici di guerra. Ciò che accadde a Benevento nei giorni di settembre dopo la firma dell’armistizio, ovvero dopo la resa senza condizioni dell’Italia, si può considerare, a giudizio di molti, come un  crimine contro l’umanità.

A distanza di tanti anni da quei tragici eventi, che valsero alla Città la Medaglia d’oro al Valor Civile appuntata dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat sul Gonfalone della Città, si è svolta la prima Giornata di Commemorazione perché la Giunta Comunale, sulla spinta di un movimento d’opinione molto vasto, ne ha decretato l’istituzione.

Il programma prevedeva una mostra nei pressi della Prefettura, un monologo di Michelangelo Fetto  e Antonio Intorcia, mentre nel pomeriggio intervento dell’Arcivescovo metropolita di Benevento mons. Felice Accrocca e l’amministrazione comunale. 

Uno dei portavoce del movimento d’opinione che ha portato alla istituzione della Giornata, Ambner De Japinis ha sottolineato: “Quando ci riferiamo ai bombardamenti alleati del 1943 parliamo di 7000 vittime civili e della  distruzione della città. Oggi è un giorno di pace rispetto all’uccisione di persone innocenti. Importante fare memoria, importante leggere  e lasciare un impronta alle nuove generazioni”.

L’avvocato e consigliere comunale Rosetta De Stasio ha parlato dell’evento come di un dovere morale e civile da parte di noi contemporanei: “C’è la necessità di rendere onore alle vittime civile e alle persone dimenticate. L’amministrazione Comunale ha condiviso quest’importante iniziativa, ora occorre  sensibilizzare i giovani che purtroppo non conoscono determinate eventi storici e la sua storia”.

Molto intenso il monologo recitato da Michelangelo Fetto e Antonio Intorcia. Il ricordo degli eventi che interessarono Benevento cade in contemporanea con un’altra terribile vicenda bellica che sconvolse la vita di tanti cittadini italiani inermi ad opera però dei nazisti, ovvero l’eccidio di  Marzabotto in occasione degli 80 anni della strage del Monte Sole.

E a questo proposito Fetto ha detto: “Qui a Benevento ci sono ancora dei testimoni di quei bombardamenti, lì no. Quello è un ricordo terribile. Oggi ci sono 56 conflitti nel mondo, la memoria serve a non ripetere determinati errori.  La storia ci è passata addosso ma dobbiamo ricordarcelo”.