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Il nostro Maradona non è dell’Argentina, è scuro di capelli si chiama Bertuccelli“. Il coro riecheggia a Piazza Risorgimento e rappresenta un commovente ritorno al passato, verso un altro tipo di calcio. Tra gli eroi della promozione del ’99 c’è indubbiamente Sasà Bertucelli, il bomber della Strega, autore della rete del momentaneo pareggio nella finale play off di Lecce contro il Messina.
E’ sempre un’emozione unica tornare a Benevento, è straordinario il ricordo ancora così chiaro, limpido che hanno i tifosi nei nostri confronti. Voglio dire grazie a tutti“, non nasconde l’emozione l’ex attaccante originario proprio di Messina, “nonostante a Benevento si sia fatta anche la serie A, veramente è incredibile che si ricordino ancora di noi. Li ringrazio infinitamente“.
Un affetto che non trova spiegazioni ‘logiche‘, ma l’amore non segue quasi mai le strade della razionalità. “Non so spiegarmelo neanche io, evidentemente abbiamo lasciato un segno indelebile o perché si vedeva che eravamo attaccati particolarmente alla maglia. Abbiamo trasmesso qualcosa di importante“, prova a trovare una motivazione Bertuccelli.
Chiuso il cassetto dei ricordi, l’attaccante classe 1966 che nel Sannio ha militato per due stagioni, torna a concentrarsi sul presente. “Il Benevento lo seguo da lontano, mi sarebbe piaciuto venire a vedere qualche partita ma non è stato possibile. Quest’anno è stato un peccato, un dolore ritornare in serie C, però sono convinto che a Benevento ci siano la qualità e la possibilità di tornare nelle categorie più importanti“.
Una speranza condivisa con la piazza giallorossa, a patto, però, di seguire una strada precisa. “Bisogna ripartire dalla programmazione, quella è importante. Se si fa un campionato così, tanto per farlo, e non si pensa al futuro è una cosa destinata a rimanere fine a se stessa“, è la rotta tracciata da Bertuccelli, “ti può anche andare bene, ma nel calcio è importante la programmazione, la scelta di un allenatore giusto che possa garantire un futuro. A Benevento, devo ammetterlo, queste prerogative ci sono sempre state, c’è sempre stata programmazione quindi confido ancora in questa società“.

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