Benevento – Una staffetta d’urgenza per tamponare l’emorragia della crisi. La cerca Fabio Cannavaro, che per la verità non potrà contare su un largo ventaglio di scelte in vista della sfida con l’Ascoli. Per domenica pomeriggio, in occasione del suo debutto assoluto sulla panchina del Benevento, il nuovo allenatore dovrà inventarsi qualcosa per far sì che l’attacco torni pungente. Perché se i dubbi riguardano tutte le zone del campo (e gli infortuni non aiutano di certo), è dai centravanti che si attendono i gol che finora sono mancati.
La Strega ha il secondo peggior attacco della serie B. I quattro gol in sei partite, peraltro mal distribuiti, sono un campanello d’allarme che non ammette approssimazioni. L’ultima prestazione contro il Brescia è stata il manifesto dell’inconcludenza. Lì la staffetta non ha funzionato e gli unici problemi causati al portiere di casa Lezzerini sono arrivati dalle conclusioni da fuori di Acampora. Area riempita male, Simy e Forte ad occupare le stesse mattonelle, incapacità di attaccare gli spazi nel primo tempo e di far salire la squadra nella ripresa, quando Ciano e La Gumina sono stati abbandonati a se stessi. Su questo dovrà lavorare Cannavaro, i cui piani saranno condizionati ulteriormente dall’infortunio rimediato dal palermitano.
Nel 3-5-2 di (ri)partenza con cui avvierà la sua esperienza nel Sannio saranno dunque in tre a contendersi una maglia al fianco di Francesco Forte. L’ex Venezia, inamovibile, ha finora convinto soltanto nella gara interna vinta contro il Frosinone lo scorso 28 agosto. La ricerca del partner ideale non è cosa da poco. Lo stesso tecnico, nel riferirsi a Simy e Ciano, ha parlato di forma carente e di una condizione da ritrovare al più presto. Li ha trovati spenti sul piano fisico, vittime di un precampionato affrontato nell’incertezza e nella precarietà.
Sembra dunque certo che assisteremo a una staffetta a cui si candida anche Farias. Il brasiliano, nell’idea iniziale di Fabio Caserta, avrebbe dovuto giocare da esterno in un 4-3-3 votato all’attacco. Il cambio di modulo lo ha declassato a rincalzo. E dopo la disastrosa prima partita contro il Cosenza non è più sceso in campo, chiuso da un disegno tattico poco adatto alle sue caratteristiche.
I prossimi allenamenti aiuteranno il Pallone d’Oro 2006, giunto a Benevento consapevole di dover fare i conti con una situazione complessa sotto molti punti di vista. A maggior ragione il primo ‘guizzo‘ dovrà essere comunque di natura caratteriale. Al di là degli schemi e delle intuizioni utili a rifornire gli attaccanti – va detto, finora assistiti poco e male – è necessaria una risposta d’impeto e d’orgoglio che sia utile a ritrovare certezze. Il resto, come spesso accade nel calcio, arriverà da sé.