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Quella scritta contro la Carrarese è (purtroppo) una nuova pagina da aggiungere all’album delle delusioni giallorosse in quello che è sempre stato un ‘rapporto’ non certo felice tra la Strega e i play off. Di botte in pieno volto il Benevento ne ha prese tante, anche quando gli spareggi sembravano quasi una pura formalità. Ma c’è qualcosa di diverso in questo day-after, perché in fondo l’ambiente aveva compreso da tempo che questa sarebbe stata prima di tutto una stagione per ricostruire una base per il futuro, dopo la sciagurata retrocessione dello scorso anno. Non tutto è andato nel verso giusto e gli arrivi a gennaio di Auteri, Nardi, Lanini e Starita hanno potuto solo in parte porre riparo ad un mercato estivo che si è rivelato quasi del tutto fallimentare, anche per l’estrema difficoltà di privarsi (anche solo in prestito) di chi aveva ampiamente fatto il suo tempo nel Sannio.

Dopo l’esonero di Andreoletti avvenuto a fine dicembre, nel vero percorso di ricostruzione di una identità coinciso con l’avvio del girone di ritorno, il tecnico di Floridia ha messo al centro del suo villaggio i giovani preferendoli a gente con centinaia di partite tra i professionisti, sintomo chiaro di un feeling mai nato davvero con l’ambiente giallorosso di chi era stato scelto per fare la differenza. Come sempre ha fatto, il presidente Vigorito ieri sera a caldo ci ha messo la faccia tracciando un primo bilancio di questa stagione non facile per la Strega, che ha saputo però valorizzare al meglio i calciatori provenienti dalla cantera e sarà questo il solco sul quale proseguirà il Benevento. Errori? Il massimo dirigente giallorosso non si è affatto nascosto: “Ci sono stati – ha spiegato – ma credo sia opportuno ricordare che abbiamo dovuto gestire una rosa di 33 calciatori, cosa non semplice. Già la retrocessione è stata molto traumatica, poi a questo vanno aggiunte le difficoltà del mercato e quelle di un torneo a cui non eravamo abituati. Raggiungere la semifinale significa aver fatto meglio di altre retrocesse dalla serie B come Spal e Perugia. Io ora posso promettere che tutti gli anni che resterò a Benevento noi proveremo sempre a tornare in B, nessuno potrà mai dire che noi partiremo per disputare campionati anonimi”. Inevitabile chiedersi, a questo punto, se il primo tassello della prossima stagione sarà la conferma di mister Auteri, argomento sul quale il presidente Vigorito è stato altrettanto chiaro: “Lui è seduto sulla sedia, ma senza un contratto. Lo può perdere soltanto lui. In che modo? Noi abbiamo un programma per il prossimo anno, saremo quindi noi a dire ad Auteri cosa vogliamo fare. Le conferme vanno fatte quando si è d’accordo coi programmi. Lo sottoporremo prima a lui di ogni altro eventuale”.

Da cosa ripartire? Da chi ha dimostrato in questi mesi non semplici di tenere davvero alla maglia giallorossa, giovani e meno giovani, aggiungendo alla rosa gente esperta e capace di avere ancora “fame calcistica”, ma soprattutto funzionale ad un torneo come la serie C dove conta molto l’aspetto fisico e caratteriale. Sullo sfondo, poi, c’è il pubblico del “Ciro Vigorito”, che ieri sera ha dato una nuova enorme prova di affetto ed già pronto a rimettersi in moto perché “che vinca o che perda noi siamo sempre qua” non è solo un coro da stadio, ma molto di più. Rispetto a dodici mesi fa e a tante dolorose sconfitte nei play off questa volta non ci sono macerie: il Benevento è pronto a confrontarsi per il secondo anno di fila con la serie C potendo contare, però, su fondamenta a livello di rosa già solide, sulle quali costruire una squadra importante per provare a riprendersi la B il prossimo anno.