In sala stampa a fine gara mister Auteri getta acqua sul fuoco dell’entusiasmo dopo il 4-0 rifilato dai suoi al Foggia, vittoria che ha anche permesso al Benevento di prendersi il primato solitario alla luce del ko del Cerignola in casa contro il Potenza.
AVVERSARIO – “Questa vittoria non è nessun segnale al campionato. Dobbiamo limitarci a trovare i pregi e i difetti della nostra prestazione. Non serve fare nessun tipo di riflessione. E’ finita 4-0 ma la gara è stata equilibrata perché avevamo davanti una squadra forte. Oggi abbiamo fatto delle cose diverse rispetto al passato mettendo in campo quei calciatori in ruoli più funzionali alle loro caratteristiche. Manconi in quella posizione come falso nove può fare benissimo”.
NUNZIANTE – “Ha grande qualità ma da domani deve resettare tutto. Bisogna essere più concentrati di prima. Siamo solo alla quinta, nel calcio bisogna sempre ripartire da zero”.
CAPELLINI – “Per Monopoli dovrebbe essere recuperabile”.
GOL – “Cerchiamo di giocare un calcio corale e di andare avanti con i giusti equilibri. Siamo stati bravi a concretizzare. La squadra è stata corta e compatta, ma in alcuni momenti abbiamo concesso troppo campo. Siamo solo alla quinta, nella testa bisogna avere voglia di essere forti, ma serve sempre dimostrarlo. Questo è il segreto”.
CAPOLISTA – “Non serve fare proclami. Conta il campo. I nostri giovani vengono da un percorso importante e dimostrano di avere valore. Stanno imparando a diventare uomini e professionisti. Proclami? Non servono. Ci teniamo questa vittoria e da domani si riparte”.
LAMESTA – “Ci sono delle regole, Manconi è il primo rigorista mentre Perlingieri il secondo. Se tutte e due sono in campo queste sono le gerarchie. Anche Perlingieri aveva chiesto di tirare il primo. Se Lanini decide di non cederlo va bene così. Non c’è niente di male a chiedere di tirare un rigore e se non succede non bisogna innervosirsi e perdere lucidità”.
VISCARDI – “Deve continuare a crescere. Questo è un torneo lungo”.
GRUPPO – “Non ho sempre visto uno spirito di gruppo perché a volte siamo andati alla ricerca delle glorie personali nel finale. Il grande esempio lo danno gente come Berra e Capellini quando ha giocato. Anche chi è subentrato come Agazzi e Starita. Bisogna crescere anche in questo. Le squadre forti sono quelle che hanno tante facce”.