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Mai come stavolta è stato un Natale pieno di tante cose, uno spettacolo di luci e colori, di suono. Un’atmosfera che, lo ammettiamo, è difficile non possa rapire le persone, non trascinarle e coinvolgerle. Non fosse altro che per fare una passeggiata. Eppure il coro dei ‘bastian contrari per professione‘ è diventato più forte. 

E più aumentano le iniziative e più aumenta il dissenso delle persone, non tutte per carità. C’è sempre un coro di contestatori per partito preso, persone alle quali non va bene praticamente nulla perchè altro si poteva fare. Sembra quasi un nuovo mestiere, ‘il negazionista da social’.

Torna l‘albero musicale? Uno spreco di ferro ed energia. La pista di pattinaggio? Inutile o per poche persone. I due McDonald’s? Cibo spazzatura di una catena che era già fallita a Benevento. Gli addobbi lungo il Corso? Carini ma non sono le luminarie di Salerno. E la ruota panoramica? Manco a parlarne, toglie parcheggi, non ci va nessuno, gira a vuoto. Insomma un’attrazione inutile. E se ne sentono tante altre ancora.

Nulla che vada bene oppure qualsiasi cosa deve rappresentare il pretesto per poter andare contro. Si pensi alle strade, alla città sporca, al poco lavoro, ai commercianti e chi più ne ha più ne metta. Tutto giusto ma non bisogna pensare solo a questi aspetti, anche a questi aspetti. Una città e la sua gestione sono il frutto di tanti fattori, ‘panem et circenses’ dicevano i latini, la locuzione del benessere totale: serve l’una e l’altra cosa. L’obiettivo da perseguire da parte degli amministratori, che, per carità, sbagliano e tanto. 

‘Questa città è morta’, una frase che si sente un giorno sì e l’altro pure. C’è qualcosa di diverso da fare e non va bene. Allora viene il dubbio: cosa serve ai beneventani per apprezzare la propria città? La prima risposta potrebbe essere renderla un’altra città che non sia Benevento. Ma pare quanto meno difficile. Poi, dal nulla, nasce quel moto d’orgoglio quando l’arco di Traiano appare sul Topolino. Lì tutti a dire: ‘la mia città‘. C’è qualcosa che non va.

La questione è molto semplice: bisognerebbe svestire i panni degli ‘amministratori coi soldi degli altri‘ e godersi ciò che si ha, criticare quando c’è costrutto. Perchè indubbiamente anche la gestione amministrativa ha le sue falle e tutto è migliorabile. Lungi dall’essere appartenenti oppure no, quello sarebbe un altro discorso. Insomma bisognerebbe fare i cittadini ed essere i primi a valorizzare. Perchè ciò che emerge da questi continui ‘no’ è che probabilmente è il beneventano che non vuole il bene della sua città, che ama che stia nell’anonimato e che sia piatta, più di quanto non lo è già stata.

Un’ultima cosa, la ruota resta fino a San Valentino. A qualcuno farà male ma il consiglio è: provate a fare un giro prima e poi, se è il caso, parta la critica. Farla prima è come dire che una cosa non piace senza averla mai mangiata.