Il day after ha sempre un sapore diverso. E’ il giorno delle valutazioni, non delle sentenze, perchè un quadro diventa più chiaro a cambio di allenatore effettuato, mercato chiuso e risposte dal campo. Il Benevento sta vivendo una nuova primavera, sembra un ‘dejavù’ di quanto fatto dallo stesso Auteri in occasione della prima e storica promozione in Serie B.
Una prima parte ad altalena, una seconda con la marcia alta innestata e via verso il salto di categoria. E, come in quella circostanza, anche stavolta il percorso sta assumendo contorni piacevoli dopo aver messo ordine, fatto chiarezza e lasciato ogni alibi. Certo è successo con un girone d’andata giocato e una Juve Stabia che ha preso il largo.
Insomma, è stata abbandonata la sperimentazione per tornare a fare le cose normali. Il calcio non visto come scienza ma come sport, via il camice e tuta indossata. E il normale non va visto con l’accezione negativa, anzi. E’ proprio la soluzione migliore per ottenere la resa desiderata.
‘Malavoglia’ ceduti o messi ai margini, tecnico abituato più a far parlare il campo, giocatori responsabilizzati e, soprattutto, messi in condizione di rendere al meglio, tifosi che stanno tornando ad essere il dodicesimo uomo in campo, trascinanti come non mai rispetto a un inizio di stagione più guardingo e sospettoso, ma in fondo c’era da aspettarselo. L’eco della retrocessione mai digerita, la questione delle scommesse sportive e altro, hanno indispettito.
Ieri no, contro il Brindisi no. Ieri c’è stato tutto. Decisione, approccio famelico alla partita, voglia di vincere. E c’è stato sostegno da parte dello stadio, l’atmosfera era completamente diversa. Non che nelle precedenti circostanze non ci sia stato, dire il contrario sarebbe ingiusto. Ma era distaccato, isolato, a fiammate. Stavolta no, è stato un crescendo.
Il tempo degli esperimenti e della confusione, insomma tutto quello che ha portato a vedere la vetta distante 12 punti, è andato in soffitta. L’avvento di Auteri, almeno nei numeri e nelle prestazioni, questo ha detto. Meglio camminare con un’auto capace di portare a termine il percorso in sicurezza che pensare di avere un bolide che resta a secco dopo un paio di sgasate.
Il Benevento ha messo nel garage il bolide e con esso anche l’autista neopatentato, si è affidato ad uno più esperto che sa scansare le buche e preservare un mezzo che ha ancora ampi margini di crescita ed è questo il dato che fa sperare. C’è da fare alcuni aggiustamenti. Ad esempio evitare quel calo di concentrazione o sufficienza che dir si voglia che ha concesso al Brindisi spazi per rimettersi in partita. Risolto anche questo problema, allora ogni tassello del mosaico sarà al suo posto.
Quello sarà il momento di godersi il panorama in questo scorcio di viaggio. Ed è lecito essere fiduciosi. Il Benevento di Auteri sembra avere quell’aura di imbattibilità che aveva in occasione della promozione, un volto completamente diverso rispetto alla squadra guidata da Andreoletti: confusa, approssimativa e troppo sperimentale.