Non è tecnico da tabelle Matteo Andreoletti, per il bergamasco la partita più importante è sempre la prossima. È innegabile, però, che il mese di novembre sarebbe dovuto essere una sorta di trampolino di lancio per il Benevento, invece si è trasformato nel momento più delicato della stagione per i colori giallorossi. Quattro punti raccolti su nove disponibili, pareggiando in casa contro il Giugliano e vedendo interrompersi la serie di dodici risultati utili consecutivi nella sconfitta di Monopoli.
Si potrà obiettare che la formazione di Bertotto è stata capace di espugnare il “Partenio” di Avellino, ma fino a tre minuti dal novantesimo, dopo aver salvato la pelle in diverse occasioni, la Strega era in vantaggio e sarebbe bastata una gestione diversa e più lucida del finale di gara per portare a casa l’intera posta in palio. Discorso diverso per Monopoli, dove le maggiori perplessità le hanno lasciate la prestazione generale della squadra e le scelte del tecnico, questa volta di diritto sul banco degli imputati.
Un ko addolcito solo in parte dal passo falso dell’Avellino e dal pari interno della Juve Stabia. Il Benevento resta secondo con i lupi, agganciati dal Picerno e a sole tre lunghezze dalla vetta. La sconfitta del “Veneziani“, però, ha il retrogusto amaro dell’ennesima occasione sprecata.
Andreoletti e Marotta hanno ammesso l’inferiorità contro un Monopoli in grado di dominare la partita in lungo e in largo. L’allenatore ha parlato di una squadra in balia dell’avversario e “qualsiasi scelta avessi fatto, non avrebbe cambiato le cose perché non ha funzionato niente“. A fargli eco è stato il capitano, senza giri di parole Marotta ha sottolineato come i sanniti non abbiano “mai dato la sensazione di poter riprendere la gara”.
Un bagno di umiltà, un mea culpa, possiamo definirlo come vogliamo ma adesso alle parole dovranno fare seguito i fatti, perché dopo l’ottimo secondo tempo di Messina, il Benevento è incappato in una fase involutiva e le ultime due prove lo dimostrano. I primi venti minuti col Giugliano non devono trarre in inganno, in quel caso a favorire la “sfuriata” del Benevento è stato anche l’atteggiamento iniziale dei partenopei.
Sarà una “settimana lunga” quella che porterà al match di lunedì contro il fanalino di coda Monterosi, sfida da non sbagliare per poter rialzare subito la testa e prepararsi a un mese di dicembre che proporrà le gare con Juve Stabia, Avellino, Latina e Catania in rapida successione. Saranno giorni di riflessione per Andreoletti, il cui piano tattico al “Veneziani” è naufragato dopo appena cinque giri di lancette.
Potrebbe sembrare di sparare sulla croce rossa dopo una gara in cui nessun giallorosso è stato capace di raggiungere la soglia della sufficienza, ma nella debacle in terra pugliese hanno pesato anche le scelte del tecnico. A partire dalla decisione di riconfermare il pacchetto arretrato andato in sofferenza col Giugliano. Senza un leader come Berra, El Kaouakibi, Capellini e Pastina sono andati alla deriva, incappando in errori a ripetizione.
Non ha convinto neanche la scelta di cominciare con gli esterni a piede invertito. Sulle corsie la Strega aveva trovato finalmente delle certezze, riportare Improta sulla sinistra, dove ha dimostrato di fare fatica, e costringere Masciangelo a giocare sul piede debole è stato un azzardo (rivisto all’intervallo) che non ha pagato.
Dubbi anche sulla lettura in corso della gara. Talia non era di certo il peggiore in campo, anzi, sacrificarlo per “caratteristiche” è stato uno zelo discutibile considerando le prove di molti compagni.
Ciciretti è stata invece una sorta di “mossa della disperazione“, affidare per quasi un tempo le proprie speranze a un giocatore che attualmente ha appena una manciata di minuti nelle gambe è parso un atto di fede più che una soluzione tattica. Sotto di due reti sarebbe stato probabilmente il caso di osare le due punte, cercando di mettere in difficoltà Fazio che aveva ormai preso le misure al solo Marotta.
Giusto, per certi aspetti, dare una possibilità a Bolsius. Senza Ciano, l’olandese dovrebbe garantire estro e qualità ma ancora una volta si è dimostrato allergico a una maglia da titolare. L’ex Andria resta un fattore a gara in corso allo stato attuale, ma in campo bisogna andare sempre in undici e se le scelte del tecnico non sono piaciute, bisogna probabilmente sottolineare come andrebbero riviste le valutazioni su alcuni elementi. Questo, però, rimanda a un altro capitolo che tornerà attuale a gennaio, prima ci sono altre cinque gare da giocare e c’è un Benevento da ritrovare e rigenerare in fretta.
Fonte foto: Gabry Latorre (pagina facebook S.S. Monopoli 1966)