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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del Club di Benevento degli Amici della Terra.

“Il Club di Benevento degli “Amici della Terra” condanna con fermezza l’episodio dell’ingente furto di inerti fluviali dal letto del fiume Sabato, avvenuto nel territorio di San Leucio del Sannio e fermato grazie all’intervento dei Carabinieri Forestali di Montesarchio, ai quali va il nostro ringraziamento per il loro pronto intervento.
L’asportazione illecita di sabbie ed inerti non solo incide fortemente sugli ecosistemi dei nostri fiumi, ma in alcuni casi provoca un persistente rischio idraulico.
Va sottolineato che oltre ai danni generati dalle azioni criminali, la salute dei nostri corsi d’acqua viene messa sempre più a rischio della tanta superficialità con la quale gli Enti competenti (es. Regioni, Provincie, Autorità di Bacino e addirittura in alcuni casi anche i Comuni) autorizzano interventi di taglio indiscriminato della vegetazione ripariale ed interventi di asportazioni di grandi volumi di inerti fluviali, posti sulle sponde degli alvei fluviali.
Questi progetti, quasi sempre propagandati come “interventi di sicurezza idraulica”, ma che invece, dal nostro punto di vista, nella maggior parte dei casi violano non solo le normative ambientali, ma anche le Direttive Europee, basta ricordare lo scempio avvenuto lo scorso anno nel tratto urbano del fiume Calore, intervento tra l’altro finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e inserito assurdamente nel “Bando periferie”, con il quale il Comune di Benevento si è arrogato il diritto di intervenire sul fiume Calore, andando al di là delle proprie competenze.
Preoccupa non poco la scellerata proposta del “progetto pilota” che vedrebbe assieme riuniti la Confindustria, la Provincia di Benevento, la Regione Campania e l’associazione Costruttori, per autorizzare i privati al prelievo degli inerti fluviali, iniziativa che di sicuro non è in linea con la strategia per la biodiversità dell’Unione Europea per il 2030, la quale prevede attraverso un piano complessivo e a lungo termine di proteggere la natura e di invertire il degrado degli ecosistemi, inoltre con questa “strategia” l’Unione Europea mira a portare la propria biodiversità sulla via della ripresa entro il 2030, assicurando un maggior rispetto della natura nel processo decisionale pubblico e imprenditoriale.
Non ultimo, genera molto stupore anche il silenzio delle locali sigle ambientaliste verso questa proposta di “progetto pilota” che se attuato, porterebbe solo la devastazione dei nostri fiumi”.