Il Teatro Comunale di Benevento, ieri sera, ha risuonato di emozioni e speranze con Enzo Avitabile e l’Orchestra del ‘Nicola Sala‘ diretta da Gabriele di Iorio, e con Gianluigi di Fenza alla chitarra classica.
L’opera eseguita, ‘Exeredate Mundi‘, cantata scenica – ovvero sinfonia che si avvale di una voce guida, come ha spiegato lo stesso Avitabile che ne ha curato tutti gli aspetti, dalla composizione alla orchestrazione, oltre ad interpretarla – può definirsi come una Via Crucis “non retorica” in cui l’artista partenopeo canta il dolore del mondo e nel contempo eleva un grido di speranza.
Il concerto si apre con una ouverture in due parti affidata alla sola orchestra a cui con l’entrata in scena di Avitabile fa seguito una prima “caduta”, la infelice vicenda di ‘Gerardo nuvola ‘e povere‘ (incisa con Guccini) povero Cristo dei tempi moderni, in cui la voce dolente dell’artista a tratti si fa grido straziante. La seconda “caduta”, ‘‘A peste‘, rammenta i malanni che affliggono la nostra esistenza, per guarire i quali si invoca l’aiuto di Maria. Un ulteriore capitolo è dedicato a tutti i diseredati, ed in particolare ai caduti della strage di Castel Volturno, ‘Tamburo a niro‘. Con alti gesti, mentre canta Avitabile conta ripetutamente con le dita le povere sei vittime. E le parole di Martin L. King rappresentano il simbolo di una speranza nuovamente tradita.
Con il chitarrista Di Fenza, è poi il turno di ‘Don Salvato’‘, brano inciso anche da Mina in cui il cantante si rivolge affettuosamente a Dio. Un tributo al mondo popolare è poi
‘Figliole ca nce jate a la Madonna‘, con echi mediterranei e sapiente uso del multilinguismo.
L’artista, che si è esibito in veste di voce recitante, cantante e solista di sax soprano, conclude con ‘Figliola ca guarda ‘o mare‘ e un brano, ‘Liberazione‘, che fa parte di un disco con cui vinse per la prima volta il premio Tenco e che dedica al suo manager ed amico fraterno Andrea Aragosa.
Quasi con pudore Avitabile confessa di aver ricevuto anche un premio Ubu e un premio Morricone. “Save the music!” ammonisce, prima di concedersi nuovamente con ‘È ancora tiempo‘, ricordando l’amicizia con Pino Daniele, e tirando fuori la propria anima soul quando la canta in inglese. Infine, ‘Mane e mane‘, con le mani del pubblico che si uniscono alle sue fino a convergere in un fragoroso applauso finale.
La sintonia tra Enzo Avitabile e il Conservatorio di Benevento è stata subito evidente e l’artista si è complimentato per la bravura dei giovani musicisti. Al termine dello spettacolo il direttore del ‘Nicola Sala’, Giuseppe Ilario, ha comunicato la volontà del Conservatorio di conferire la laurea ad honorem in Composizione all’artista partenopeo, che ha realizzato centinaia di lavori anche nell’ambito della musica colta, da lui definita “musica esatta”.
Sia Ilario che la presidente Caterina Meglio hanno elogiato Avitabile per la generosità dimostrata nel collaborare con gli studenti. “Sono strafelice per come è andata. È complicato produrre questa tipologia di spettacoli – ha precisato Avitabile – diciamo che bisogna avere delle occasioni e il Conservatorio ce ne ha dato la possibilità. E ci è piaciuto eseguire quest’opera, in cui tutti i linguaggi si fondono, proprio in occasione della Pasqua”.