Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del Pd.
Il Senatore Matera che si arrampica sugli specchi è uno spettacolo di cui avremmo fatto volentieri a meno. Dopo aver contribuito con il suo voto, al danno, si arrischia in una tentata beffa dei Cittadini del Mezzogiorno arrivando a dichiarare che l’Autonomia Differenziata sia la panacea dei mali e delle disuguaglianze del Sud!
Sciaguratamente, appare sempre più evidente che si tratti soltanto dell’antico sogno nordista di matrice Leghista, finalmente realizzato grazie al fondamentale sostegno dei (molto presunti) patrioti di Fratelli d’Italia.
Nella versione secessionista della Lega, l’Autonomia Differenziata rappresenta per le sorti del Meridione la definitiva condanna ad un discriminatorio ed insanabile «divario di cittadinanza» formato da diritti costituzionali a geometria variabile, a seconda del territorio di residenza.
In ogni caso, per fugare gli eventuali dubbi del senatore Matera, circa la gravità del suo voto al DDL Calderoli, lo invitiamo a «seguire i soldi» (follow the money) in coerenza con il noto metodo di analisi e indagine caro al compianto Giovanni Falcone. Ebbene, «seguendo i soldi», si scopre che «obiettivo e bottino» della Calderoliana Autonomia sia il cosiddetto residuo fiscale, in altre parole la possibilità di trattenere il gettito nelle Regioni dove viene prodotto.
Di conseguenza, le aree del Paese con evidente minore «capacità fiscale» saranno tagliate fuori dai famosi «benefici», di cui alla improbabile arrampicata del senatore Sannita, né potranno aspirare alla gestione di competenze aggiuntive mentre, in un deleterio circolo vizioso, lo stesso Stato e il suo potere Regolatore risulteranno ulteriormente indeboliti.
Come se non bastasse, questo progetto di Autonomia Differenziata produce anche una rischiosa frammentazione delle politiche pubbliche con effetti disastrosi sulla fruizione dei diritti sociali da parte dei Cittadini. Un’Italia delle «piccole patrie» cui risulterebbe difficilissimo implementare politiche di indirizzo e di riequilibro in settori nevralgici come l’economia, le politiche energetiche, le grandi infrastrutture o la tutela dell’ambiente.
La stessa unità culturale del Paese, faticosamente eretta con l’istruzione pubblica, sarebbe messa a dura prova, sempre che non si ritenga l’introduzione del dialetto veneto un imprescindibile fattore di innalzamento del livello culturale dei nostri ragazzi.
Ecco perché il progetto discriminatorio sull’Autonomia Differenziata, così caro al senatore Matera, va respinto con fermezza. È figlio di una subcultura localistica, egoistica e sconsiderata per l’Italia intera. Alla lunga nefasta per lo stesso Nord!