Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma di Massimo Maresca, Presidente Italia Nostra Campania, Davide Iannelli, Presidente Italia Nostra Matese Alto Tammaro, Giuseppe Longobardi, Coordinatore Lipu Campania e Marcello Stefanucci, Delegato provinciale Lipu Benevento
L’intervento riportato nella scorsa settimana da vari organi di stampa della presidente Imparato di Legambiente Campania, in relazione alla dichiarazione di notevole interesse pubblico di aree nei Comuni di Morcone e Santa Croce del Sannio, lascia allibiti per la sua gravità. Essa irride le valutazioni del Ministero, accusandolo di “una strategia inequivocabile del Ministero della Cultura MIC” contro l’istallazione di impianti di produzione energetica eolica e solare, dettata da motivi politici e “ideologici” e non istituzionali.
Ora, Il MIC, ai sensi delle prerogative stabilite dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, valuta le aree di importante rilevanza come paesaggio naturale ed agrario, per il sistema insediativo e per le emergenze archeologiche, e ne definisce le norme di salvaguardia, che escludono la possibilità di impianti industriali. In questo caso si tratta di un’area contigua al Parco Nazionale del Matese in fase di realizzazione, caratterizzata dal passaggio del Regio Tratturo Pescasseroli – Candela, in prosecuzione dalla vicinissima (6 chilometri e mezzo) città romana dei tratturi Saepinum-Altilia, da poco diventata Parco Archeologico nazionale, verso la città dei Liguri Bebiani a Circello e poi verso il Fortore e la Puglia. Italia Nostra Campania e Lipu Campania ricordano anche che la transumanza è considerata dall’Unesco patrimonio immateriale e che nell’ adiacente Molise ci si appresta ad investire 130 milioni di euro sui Tratturi, con un progetto nazionale per la tutela e la valorizzazione.
Ci si meraviglia che il MIC, sulla base della Carta archeologica del percorso beneventano del Regio Tratturo e del comune di Morcone, redatta nel 2010 da autorevolissimi studiosi, abbia riscontrato nell’area valori culturali e paesaggistici tali da rendere necessari strumenti di salvaguardia? Peraltro, l’area, oltre che da due progetti per complessive 12 pale eoliche di oltre 200 metri a poca distanza da entrambi i lati del Regio Tratturo, allo stato non autorizzati e in corso di valutazione per gli evidenti impatti, è minacciata anche da una proliferazione di allevamenti intensivi (NB: a ridosso dell’area SIC del fiume Tammaro) e da interventi edilizi peggiorativi del pregio dei borghetti esistenti e del paesaggio; ma stranamente la dirigente ambientalista di ciò non fa menzione.
Nel suo fervore la presidente campana di Legambiente riesuma finanche l’invenzione del turismo delle Pale Eoliche che verrebbe qui impedito, perorando la necessità di fare impianti di energie “alternative” senza limiti di tempi e di luoghi, mentre il Paese è impegnato finalmente dalle stesse direttive europee a individuare le “aree idonee” per le FER. Ma dovrebbe pur domandarsi se un turismo di qualità e sostenibile sia possibile sotto il rumore delle pale eoliche e a ridosso di allevamenti intensivi. Italia Nostra e Lipu si auguriamo che la posizione della dirigente di Legambiente venga smentita. “È inaccettabile, e ci piacerebbe ricordarle che i territori non sono concetti astratti da studiare e modificare a tavolino, ma luoghi concreti, nei quali uomo e natura, per millenni, hanno costruito paesaggio, cultura, e bellezza” dichiara Massimo Maresca.