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Presso Palazzo Paolo V si è svolta, in un salone gremitissimo di soggetti interessati e di anziani, la manifestazione dell’Associazione per i Diritti degli Anziani di Benevento e dell’ADA Campania, in collaborazione con il Comune di Benevento e la Società Italiana di Neurologia (SIN), la tavola rotonda dal titolo: “Il Cervello e l’Infanzia dell’Anziano – Consapevolezza e Prospettive Sociosanitarie: una responsabilità per il futuro”. La tavola rotonda, è stata organizzata in occasione della Settimana Mondiale sul Cervello, e ha visto la partecipazione di illustri relatori e rappresentanti delle istituzioni locali.

L’indirizzo di saluto ai convegnisti, da parte dell’ADA Benevento, è toccato alla sua Presidente Fiorella Severino, la quale ha tenuto a precisare che l’Associazione è iscritta al Registro Unico del Terzo Settore (RUNTS ) tra le Associazioni di Volontariato e aderisce al Forum Nazionale del Terzo Settore dall’Aprile del 2005. L’ADA favorisce il dialogo intergenerazionale, strumento di fondamentale importanza per una società coesa e solidale fondata sullo scambio di esperienze tra giovani e anziani. Subito dopo ha preso la parola, a nome dell’Amministrazione comunale di Benevento, l’Assessora alle politiche sociali Carmen Coppola soffermandosi sulle varie iniziative intraprese negli ultimi anni a favore degli anziani, con special riguardo a quelli che si ritrovano in una condizione di non autosufficienza per via delle patologie invalidanti delle quali sono affette.

Il primo relatore intervenuto è stato il neurofisiopatologo Biagio Ciccone che trattando il tema: “La demenza: classificazione, diagnosi e terapia”, ha sostenuto che si chiama “demenza” quella condizione in cui la memoria, il ragionamento, il comportamento e le abilità sociali sono compromesse a tal punto da interferire, in chi ne è affetto, col normale svolgersi della vita di tutti i giorni. La demenza non è una singola malattia, ma piuttosto un insieme di segni e sintomi che sono causati da altre malattie; la più frequente e conosciuta è la Malattia di Alzheimer. Per questo, è più corretto parlare di demenze, comprendendo con il termine al plurale tutte le diverse forme di difficoltà nella memoria, nel ragionamento, nelle abilità sociali, che sono causate da molteplici malattie, spesso anche molto differenti tra loro. In questi casi la terapia da seguire ricomprende farmaci, esercizi di fisioterapia, terapia occupazionale, terapia comportamentale, terapia del linguaggio e stimolazione cognitiva.

La seconda relatrice, la biologa nutrizionista Maria Rosaria D’Oria, specialista in scienze dell’alimentazione, ha trattato il tema “Il cibo come medicina”. Ella ha detto che forse non tutti sanno che un’alimentazione sana promuove il benessere, migliora la qualità della vita e può persino allungarla. Il cibo può svolgere un ruolo essenziale nella prevenzione e nella cura di diverse malattie, specialmente per quelle persone che nella loro alimentazione quotidiana consumano cibi “spazzatura” e privi di elementi fondamentali, senza rendersi conto dei rischi che corrono. Una corretta alimentazione, accompagnata dall’attività fisica, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, nonché il diabete, il cancro e l’osteoporosi. Chi si nutre in modo corretto per tutta la vita, ha più probabilità di mantenersi sano rispetto a chi segue un’alimentazione ricca di grassi. Gli effetti della riduzione calorica sulla salute e sulla longevità mostrano come gli adulti possano stare meglio mangiando meno. Per chi è in sovrappeso, i motivi per dimagrire sono evidenti, ma anche chi è un “normopeso” (peso nella norma, n.d.r.) può aumentare la qualità e la durata della propria vita controllando l’alimentazione. Con questi semplici accorgimenti, e con l’integrazione di alimenti giusti nella dieta quotidiana di ognuno di noi, si possono tener lontane molte patologie e realtà drammatiche.

Il terzo relatore, il neurologo e medico dello Sport Luigi Balzano, nel corso del suo  intervento su “Il movimento come stile di vita e di salute”, ha detto come sia risaputo che l’allenamento costituisce un fattore benefico per la salute. Questo perché si dimostra protettivo nei confronti di numerose patologie, favorendo la longevità ma anche una maggior qualità della vita.  Si riconoscono prove incontrovertibili che un’attività fisica regolare contribuisca alla prevenzione primaria e secondaria di numerose malattie croniche, e che si associ a un ridotto rischio di morte prematura. Insomma, sembra esserci una relazione lineare e graduale tra il carico dell’attività fisica e lo stato di salute, ovvero il rischio diminuisce all’aumentare dell’allenamento. Tuttavia, i maggiori benefici per lo stato di salute si osservano quando le persone meno in forma diventano fisicamente attive.

Infine, la quarta e ultima relatrice è stata la Psicologa e Psicoterapeuta Simona Griso, la quale ha intrattenuto la platea su “La relazione come cura della mente e del corpo”, sostenendo che un dolore, ogni dolore, ha bisogno delle voci e di una collettività che può accogliere quella sofferenza, quel disagio. Un dolore può sempre essere raccontato, anche mentre lo si prova ed è talvolta questa condivisione a generare sollievo. La medicina moderna sembra perdere sempre più il potenziale terapeutico, racchiuso nella relazione tra curante e paziente. L’approccio basato sulla comprensione dei vissuti di sofferenza, l’ascolto e il colloquio, aspetti centrali nell’incontro tra il terapeuta e l’ammalato, hanno ceduto il posto alle specializzazioni, alla tecnologia, rendendo così irrilevante l’uso dei sensi a vantaggio di un approccio scientificamente “silenzioso”. L’Humanitas è il fondamento  della relazione tra operatore sanitario e paziente. 

In conclusione, ha portato il saluto della Uil Pensionati Campania, il segretario generale Biagio Ciccone, omonimo di uno dei relatori ma non suo parente, il quale ha sottolineato che fornire assistenza a persone affette da demenza è un compito che ricade molto spesso sui familiari di quanti soffrono di queste patologie e che quasi sempre sono impreparati dinanzi alla situazione che si trovano a vivere. Le cifre che riguardano le demenze sono allarmanti soprattutto se si considera che il sistema socio-sanitario nazionale non è pronto per rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei pazienti, dei familiari e caregiver su cui ricade, quotidianamente, l’impegno della cura. Impegno che è soprattutto fisico e psicologico, ma non solo. In questo senso andrebbero adeguati gli strumenti normativi e in particolare, come da tempo chiediamo, si deve provvedere all’emanazione di una legge sulla non autosufficienza che si ponga come baluardo per la difesa della salute e della dignità della popolazione soprattutto anziana, non più autonoma.