L’occasione è stata unica per raccontare e tramandare un messaggio di vita alla presenza della più alta carica religiosa, Papa Francesco. Il tutto nella giornata dell’Udienza Generale che si è tenuta a Roma il 12 giugno, momento nel quale il Santo Padre è entrato in contatto con l‘Associazione ‘Livia Senese’ di Limatola. Un breve scambio di parole, ma non serviva tanto ai figli di Livia per far arrivare il messaggio che anima l’associazione, chi ne fa parte e chi cerca di portarne in alto il nome.
“Abbiamo donato al Papa – così inizia Massimiliano Marotta – un foulard con impressa l’immagine di Livia, un simbolo che, non solo rappresenta devozione e impegno, ma anche un grande legame che ci unisce nella fede e nella speranza”.
Un incontro fugace, come detto, veloce, ma il sorriso del Santo Padre ha rappresentato il premio migliore per Marotta e per tutti gli appartenenti all’associazione limatolese.
“L’emozione negli occhi dei nostri rappresentanti e la benedizione del Papa hanno trasformato l’incontro in un momento unico, un istante che porteremo per sempre nel nostro cuore. Allo stesso tempo, ha rappresentato il riconoscimento giusto per un lavoro quotidiano che portiamo avanti senza sosta, scegliendo di sostenere e difendere i più deboli e i più fragili. proprio come ci ha insegnato Livia, da sempre portatrice di valori di carità e solidarietà”.
Un faro di luce, questo era Livia Senese, e Massimiliano Marotta non poteva fare altro che portare avanti un messaggio che potesse rappresentare la mano testa verso il prossimo
“La sua eredità vive attraverso le nostre azioni e i progetti che portiamo avanti con passione e dedizione. Il Papa ci ha chiesto di andare avanti, continuare in questo percorso virtuoso perchè la strada intrapresa è quella giusta. E noi vogliamo rispettare questo impegno perchè ci serve anche a mantenere vivo il ricordo. Insieme a tutti i sostenitori, che ringrazio personalmente, possiamo fare ancora tante cose, possiamo continuare in un percorso di solidarietà che mette al centro le persone deboli e farlo nell’esempio di Livia e con la benedizione del Papa”.